L'uomo zodiacale
Lo stretto rapporto fra astrologia e medicina è già compiutamente teorizzato in epoca babilonese e nell'antico Egitto, come testimonia ad esempio Tolomeo, che nella Tetrabiblos (I, 3) loda gli Egiziani per aver collegato le due discipline e paragona le previsioni che l'astrologo compie studiando i movimenti degli astri alle prognosi delle patologie che il medico deduce dai sintomi dell'ammalato. L'unione di medicina e astrologia, agli occhi di Tolomeo, non può che rendere più veri e certi i giudizi sullo stato di salute dell'uomo. Ma il legame tra le due discipline è ben lontano dall'essere confinato ad un unico genere di testi appannaggio di una ristretta cerchia di iatromatematici.
Nei trattati di medicina, dalla Grecia di epoca classica sino al tardo Rinascimento, i riferimenti astrologici si infittiscono sino al punto da teorizzare una vera e proria fondazione astrologica della medicina ed una compiuta teoria dell'influenza degli astri non solo sul destino dell'uomo e sui cicli della sua vita, ma anche sul processo stesso del concepimento e sulla progressiva formazione dell'embrione nel ventre materno, governata mese per mese da un pianeta diverso. Al contrario, e parallelamente, la letteratura astrologica, dall'età antica a quella moderna, include sezioni che più o meno direttamente afferiscono alla medicina, evidenziando come uno dei principali scopi dell'astrologia, prevedere il futuro terreno del singolo individuo (e quindi anche la sua salute, l'evolversi delle sue malattie, la durata della sua vita), abbia da sempre risvolti prettamente medici.
Per comodità euristica possiamo suddividere i testi che legano astrologia e medicina in due grandi gruppi, che rispecchiano due tradizioni testuali profondamente differenti ma che al contempo, in special modo in epoca rinascimentale, non sono esenti da contaminazioni reciproche e spesso convivono nell'opera di un medesimo autore.
Da un lato è possibile isolare, all'interno del vastissimo campo della letteratura astrologica dall'età antica al Rinascimento, un'astrologia medica, di derivazione ellenistica ed araba, che si concretizza nell'immagine del cosidetto "uomo zodiacale" (homo signorum per i latini), già illustrato per esempio da Manilio nel secondo e quarto libro degli Astronomica e da Vettio Valente nelle sue Antologie. In accordo a questa figura, ogni segno zodiacale trova una collocazione precisa in una parte anatomica del corpo umano: dall'Ariete, che corrisponde alla testa, al Toro, cui è assegnato il collo, fino al segno dei Pesci, che presiedono ai piedi. I nati sotto il primo segno, ad esempio, saranno quindi prediposti a patologie più o meno gravi che coinvolgono le facoltà percettive e cerebrali, oppure a subire traumi che interesseranno fatalmente la testa. A questa dottrina, detta melotesia zodiacale, si sovrappone una melotesia planetaria, che tratta della corrispondenza delle parti corporee dell'uomo e delle malattie di cui soffre con i singoli pianeti.
D’altro lato possiamo parlare di una tradizione testuale specialistica di medicina astrologica, già rintracciabile nei testi dei medici Ippocrate (V-IV secolo a.C.) e Galeno (II secolo d.C.), che si basa soprattutto sullo studio degli influssi lunari e solari sull’equilibrio degli umori corporei e sul calcolo dei giorni critici delle patologie febbrili che questi influssi permetterebbero di prevedere. Come la medicina, l’astrologia medica poteva essere diagnostica e terapeutica. La diagnosi medico-astrologica indicava le diverse malattie cui un individuo nato sotto un determinato segno sarebbe stato predisposto; quella terapeutica prescriveva farmaci e dettava regimi alimentari in funzione del tempo astrale; inoltre, essa comprendeva una serie di rigorosi divieti alla pratica della flebotomia (il salasso del sangue) e all’intrapresa di alcuni interventi chirurgici in giorni considerati astrologicamente infausti. Per far questo, il medico-astrologo non solo doveva padroneggiare il quadro astrologico del paziente (dal tema natale alla carta astrologica nel momento della cura), ma anche conoscere i tempi astrali più propizi per cogliere le piante e preparare i farmaci di cui si serviva, poiché si credeva che fossero anch’essi dotati di proprietà terapeutiche variabili al variare delle congiunzioni planetarie e delle fasi lunari. Lo stesso discorso valeva per le pietre di cui alcuni medici-astrologi si servivano per la confezione di talismani, amuleti e sigilli, recanti l’immagine dei segni zodiacali o dei pianeti in base alla natività del paziente.
Nel Rinascimento soprattutto, questo tipo di medicina basata non solo sull’astrologia ma anche sulla magia naturale, che con le dottrine astrologiche in quest’epoca si fonde, riscuoterà grandissimo successo, soprattutto a livello non-accademico. Tale successo è testimoniato da un’interminabile serie di Pronostici, taccuini, lunari, discorsi astrologici e almanacchi, le cui tavole astronomiche, che riportano nel dettaglio congiunzioni planetarie e fasi lunari per l’anno in corso, oppure prevedono effetti fausti e più spesso infausti causati dal passaggio di una cometa, costituiscono per i medici indispensabili strumenti utili a precisare diagnosi e stabilire prognosi e terapie mediche personalizzate.
Il passaggio di una cometa era occasione di dibattiti appassionati sia da parte dei dotti sia da parte della gente del popolo: non di rado, venivano pubblicati degli opuscoli allo scopo di commentare l'insolito evento. Poteva anche trattarsi di libri di un certo pregio, dotati di tavole illustrate, come ad esempio il Discorso sopra lo cometa comparso nel decembre del 1664 di Giovanni Castagnola.