I dodici segni: Ariete

Secondo gli astronomi antichi, l’inizio dell’anno era posto sotto il segno dell’Ariete, che annunciava la stagione della primavera: perché la virtù generativa insita in questo simbolo conveniva perfettamente alla stagione primaverile, nella quale la natura rinasceva dopo il torpore invernale.

Secondo i mitografi, la costellazione dell’ariete era stata originata dal catasterismo di uno straordinario ariete volante dal vello d’oro, che gli dèi avevano donato ad Atamante, re della Beozia. Per sfuggire alle vessazioni della matrigna Ino, Frisso, figlio di Atamante, rubò l’ariete e fuggì in volo assieme a sua sorella Elle verso oriente: durante quella pericolosa traversata, Elle precipitò in mare (che da quel momento avrebbe preso il nome di Ellesponto); mentre Frisso giunse nella terra barbarica dei Colchi, situata lungo il Mar Nero, sacrificò l’ariete a Zeus, gli tolse il vello d’oro e, dopo averlo appeso a un albero, lo affidò alla guardia di un drago. Per ricordare l’evento, gli dèi trasformarono quell’ariete nell’omonima costellazione.

Un’altra leggenda narra invece che l’Ariete fosse in origine un animale ben più umile, capace però di condurre Dioniso assetato, che vagava nel deserto africano, all’oasi di Ammone: per premiarlo, Dioniso lo avrebbe tramutato in costellazione.

Secondo il poeta latino Manilio l’ariete zodiacale era in posizione di riposo, con la testa leggermente voltata verso la costellazione del Toro; e sempre Manilio tenta una spiegazione delle caratteristiche del segno. A suo giudizio, i nati sotto il segno dell’ariete erano destinati a lavorare la lana e a fare fortuna nella lavorazione dei tessuti (il vello dell’ariete è… d’oro!); ma proprio come l’ariete mitico fu più di una volta sommerso dai flutti e come gli arieti veri vengono spesso tosati, così anche i mercanti nati sotto questo segno sono destinati a subire diversi rovesci di fortuna, dai quali sapranno però rapidamente riprendersi. I nati sotto il segno dell’Ariete si distinguevano inoltre per un carattere timido, non estraneo però a occasionali scoppi d’ira – interpretati come colpi di corna dell’ariete.