L'influsso arabo sul medioevo latino
Tra i numerosi esempi dell’interesse latino medievale per le dottrine astrologiche arabe a partire dal XII secolo possiamo collocare la taduzione del Liber introductorius ad magisterium iudiciorum astrorum di Alchabitius (ed. Venezia, P. Liechtenstein), e la compilazione del Libro dei nove giudici (Liber novem iudicum in iudiciis astrorum) stampato a Venezia nel 1509: si tratta di una collazione di giudizi astrologici tratti dalle opere di importanti autorità astrologiche arabe ed ebraiche, ma anche dai testi di Aristotele e Tolomeo, organizzati in accordo alla successione delle dodici “case” astrologiche (che governano rispettivamente le sfere della vita, delle proprietà, dei fratelli, dei genitori, dei figli, delle malattie, del matrimonio, della morte, della religione e dei viaggi, degli onori, degli amici e infine dei nemici).
Oppure ancora la traduzione del 1218 ad opera di Salio da Padova, noto come astrologo di Ezzelino da Romano, del Libro delle natività (Liber nativitatum) composto dall’astrologo di orgine persiana del IX secolo Abu Bakr (edito in Venezia nel 1501 insieme ad una collezione di aforismi astrologici, conosciuta anch’essa con il titolo di Centiloquio, ma attribuita ad Ermete, in realtà un’altra compilazione da fonti arabe tradotta per Manfredi re di Sicilia attorno al 1262). Sempre in accordo alla successione delle dodici case astrologiche, il Liber nativitatum prevede nel dettaglio il futuro dei nuovi nati a seconda del quadro astrologico al momento della nascita, ed è preceduto da una lunga trattazione sulle condizioni astrologiche necessarie al felice esito del concepimento e sull’influsso dei pianeti (che agiscono secondo le qualità elementari di calore, freddo, secchezza e umidità) nella formazione dell’embrione mese per mese.
Saturno, freddo e secco, tempera il calore del seme maschile all’interno dell’utero della donna nel primo mese di gravidanza. Giove, caldo e umido, qualità che rappresentano il principio stesso della vita, al secondo mese scaccia la cattiva impressione di Saturno e consente all’embrione di iniziare il processo di accrescimento. Marte, caldo e secco, fortifica e indurisce le membra dell’embrione a partire dal terzo mese; il Sole, nel quarto mese, vivifica il piccolo e gli dona movimento. Poi c’è Venere, che nel quinto mese rende umane, e belle, le fattezze del bambino; Mercurio dispone il corpo ad essere soggetto all’anima ragionevole nel corso del sesto mese. Contraddittorio l’influsso lunare, l’astro errabondo per eccellenza, che a causa della sua umidità è spesso responsabile della nascita anticipata del bambino e quindi della morte dei settimini. Allo stesso tempo, l’influsso comunque benigno della luna permette talvolta la sopravvivenza dei nati al settimo mese. Esauriti i sette pianeti il ciclo ricomincia dal malevolo Saturno, che secondo una radicata tradizione è ritenuto responsabile della morte certa dei nati all’ottavo mese. Infine il benevolo Giove consente alla maggior parte dei nati a termine di sopravvivere.
Ecco un esempio di diagnosi astrologico-medica ricavabile dai testi considerati: se una malattia che colpisce la testa o una delle parti di cui essa si compone inizia quando la luna ed il sole sono in Ariete, segno zodiacale che domina proprio questa parte corporea, si tratterà di un male di natura calda che si potrà curare, anche se molto difficilmente. La luna rappresenta il paziente; il segno dell’Ariete specifica la parte corporea interessata; il pianeta in aspetto, in questo caso il sole, determina la natura della malattia; il grado specifico del rapporto fra pianeta interessato e luna (per esempio il sole a 45 gradi, o in “quadrato” rispetto alla luna) indica la forza della patologia stessa. La terapia più adatta consisterà nel mitigare il calore indotto dal sole riducendo la quantità di sangue nel corpo, essendo il sangue un umore caldo, e prescrivendo una dieta “fredda”, ovvero composta da cibi adatti a temperare il calore corporeo (alcuni pesci, specifici tipi di frutta e verdura). Essendo la luna in Ariete, vigerà però il divieto più assoluto di salassare il paziente in qualsiasi punto della testa o del viso. Se la luna dovesse invece trovarsi in Ariete insieme a Marte e Saturno, pianeti portatori di influssi malvagi e sfavorevoli, il paziente morirà nel giro di pochi giorni. Se la luna sarà in Ariete insieme a Saturno soltanto, il malato guarirà ma fatalmente sarà predisposto alla follia.
Alle compilazioni ed alle traduzioni di noti trattati astrologici del passato si uniscono presto, a partire dal secolo XIII, opere composte da astronomi e astrologi latini. Tra i possibili esempi, possiamo citare la Sfera di Giovanni di Sacrobosco (1195-1244 o 1256), edita, commentata ed emendata a più riprese a partire dal 1472, la Compilatio de astrorum scientia di Leopoldo d’Austria (XIII secolo), che conosce anch’essa numerose edizioni a stampa (quella veneziana di Melchiorre Sessa, 1520, è corredata da numerossissime illustrazioni), o ancora il trattato astronomico e astrologico De astronomia di Guido Bonatti (1210 ca - 1300), considerato dalla moderna storiografia il più autorevole trattatista di astrologia del Medioevo italiano.