Capricorno, Acquario, Pesci

Capricorno
Sagittario e Capricorno attestano nello zodiaco greco-romano la sopravvivenza di alcuni esseri mostruosi, di origine orientale: e se per il Sagittario i mitografi greci individuano non senza polemiche il centauro Chirone, per il Capricorno, essere ibrido dalla coda di pesce e dal corpo di capra, l’identificazione risulta ancora più difficile. Come candidato venne prescelto il dio Pan, dalla fronte cornuta: ma tale scelta creava difficoltà con i dati astrologici, dato che al Capricorno era stato attribuito un carattere acquatico e femminile, che non conveniva affatto alla natura lasciva e virile caratteristica del dio Pan.

Questa costellazione, per cui i Greci nutrivano scarso interesse, acquisì improvvisamente grande importanza in età romana: l'oroscopo di Ottaviano Augusto dichiarava che stato concepito in gennaio, sotto il segno del Capricorno; e, per questo motivo, Augusto fece porre il simbolo del Capricorno sia su numerose serie di monete, sia sul famoso cameo di Vienna (noto come gemma augusta); e sempre il Capricorno fu assunto a emblema delle legioni da lui create. A seguito della sua accresciuta importanza, l’iconografia del Capricorno fu arricchita di nuovi simboli: un globo, a rappresentare simbolicamente il dominio di Roma sul mondo; oppure una cornucopia, a indicare il periodo di prosperità sancito dal principato augusteo. Tale ambiguità si riflette molto bene nel poema di Manilio: che ora elogia il Capricorno come luogo di elezione della dea Vesta, ma afferma anche che sotto quel segno nascono individui petulanti e dai costumi equivoci, che però si tranquillizzano al raggiungimento della vecchiaia.

Acquario
I Greci più antichi, e in particolare Eratostene, identificavano nella costellazione dell’Acquario il personaggio di Ganimede, il bellissimo figlio di Priamo rapito da Zeus e tratto in cielo affinché servisse da coppiere ai banchetti degli dèi: l’iconografia lo ritraeva perciò come un giovane, che versava del liquido da una brocca. Secondo Manilio, le acque versate dalla brocca dell’Acquario confluivano nell’Eridano, la costellazione del fiume celeste; inoltre, secondo il principio dell’analogia, l’Acquario dava i natali a ingegneri idraulici capaci di scavare canali o costruire ponti.

Pesci
La costellazione dei Pesci è fra le più trascurate dai mitografi e dai poeti greci, che non la degnano di particolare attenzione. In epoca romana si assiste a un incremento di interesse; ed è probabilmente a quest’epoca che risalgono alcune leggende volte a spiegare l’origine della costellazione. Secondo Ovidio (Fasti 2.458-464) quando Venere, insieme a suo figlio Cupido, si gettò in un fiume per sfuggire all’inseguimento di Tifone, gli dèi li trasformarono in pesci; ancora, Nigidio Figulo riferisce che Venere era nata da un uovo, scagliato nel fiume Eufrate da due pesci. Il carattere afroditico della costellazione risulta confermato, secondo Manilio, dall’indole lasciva e volubile dei nati sotto quel segno.