Astrologia nel Rinascimento: fra saperi magici e modernità
Gli astri, i segni zodiacali, gli oroscopi. L’osservazione del cielo e i suoi misteri non hanno smesso di affascinarci e con ogni probabilità non cesseranno mai di farlo. Brevi o dettagliati, in pillole o in volume, gli oroscopi circondano anche nella contemporaneità le nostre azioni, spesso le influenzano, ancora più spesso ci fanno riflettere. E non si tratta solo di previsioni del nostro tempo: quante volte abbiamo sentito parlare di Nostradamus, al secolo Michel de Notre-Dame, le cui quartine sono ancora oggetto dell’interpretazione – e anche della fortuna – di molti improvvisati decifratori? Ebbene Nostradamus (1503-1566) è l’emblema di un periodo della nostra storia, il Rinascimento, nel quale l’astrologia e gli astrologi conobbero indubbia fama e occuparono un posto di assoluto rilievo nelle piazze, nelle corti e nella vita culturale di tutto il continente europeo. Religione, politica, filosofia e medicina confluirono in una nuova commistione nella quale gli astri, il loro influsso e l’alfabeto celeste che simbolicamente rappresentavano, divennero lo strumento privilegiato per leggere i tempi, comprenderli, dominarli e anticiparli.
Dalla fine del Quattrocento, le moderne tipografie produssero almanacchi, tavole di effemeridi, fogli volanti di previsioni sulla fine del mondo, sulle catastrofi, sugli oroscopi delle religioni e delle battaglie. Attese escatologiche e grandi cicli della storia invasero l’immaginario europeo, inseguendo motivi e ragioni che separarono l’astrologia scientifica (sempre più prossima alla moderna astronomia) da quella popolare, nella quale – come nella medicina, nelle arti e nelle tecniche – si sovrapposero e confusero fenomeni di ciarlataneria e improvvisazione. Elementi di imprenditoria più che di scientificità sono facilmente ravvisabili anche in Nostradamus. Oggi la gran parte dei lavori accademici che ne hanno affrontato la controversa produzione sono inclini a vedere in essa più l’abilità di un moderno e astuto comunicatore che la consapevolezza di una tecnica, per esempio, quale fu in possesso di Gerolamo Cardano. Ma aldilà delle forme culturali che tingono il variopinto quadro dell’astrologia rinascimentale, così come delle sue degenerazioni, l’astrologia fu importante veicolo culturale e scientifico per l’approssimarsi della modernità.
Generalmente siamo abituati a riconoscere nel Rinascimento il periodo d’oro dell’astrologia. È certamente vero che nei secoli che precedettero l’avvento della moderna rivoluzione scientifica il fiorire degli studi astrologici conobbe una nuova fase, tutt’altro che secondaria nell’economia del pensiero occidentale.
Il genere delle Efemeridi divenne molto popolare a partire dalla fine del Quattrocento fino alla fine del Settecento: dal punto di vista bibliografico, si segnalano edizioni per tutte le tasche, dagli opuscoli in 16° venduti per pochi spiccioli fino a esemplari più pregiati e costosi. Riproduciamo qui alcune immagini dall'edizione delle Ephemerides recognitae et ad unguem Castigatae di Luca Gaurico (Venezia, Giunta, 1533), che pur essendo vescovo, esercitò la professione di astrologo.