Quasi tutto il cibo che noi oggi mangiamo è stato in qualche modo modificato geneticamente. Molti pensano che gli incroci delle piante sia un fenomeno moderno in realtà l’uomo ha iniziato a modificare le piante e gli animali fin dalla loro addomesticazione. Quando da cacciatore-raccoglitore l’uomo si è trasformato in agricoltore ha cambiato quella che era l’evoluzione naturale.
Con l’agricoltura è iniziato un processo di incroci che ha trasformato le caratteristiche delle piante coltivate portandole a produrre prodotti sempre più utili ed in maggiore quantità. Esempi di incroci avvenuti nei secoli passati e ancora sotto i nostri occhi sono quelle del cavolo. Tutte le varietà di cavoli derivano da una unica specie selvatica: Brassica oleracea. Si sa che gli antichi greci coltivavano un cavolo a foglie larghe, già 2500 anni fa, forse per l’alimentazione del bestiame. I Romani mangiavano le foglie di cavolo, ma il cavolo compatto e a palla come lo conosciamo oggi è apparso in Germania, sia nella varietà bianca che rossa, attorno al 1100, il cavolfiore era coltivato in Europa nel 1500. I broccoli, detti anche “asparagi italiani”, divennero popolari alla fine del 1600, ultimi ad arrivare in cucina sono i cavolini di Bruxelles nel 1750, forse il risultato di una mutazione. Che tutte queste varietà siano incroci, che per conservarsi hanno necessità dell’intervento umano, lo dimostra il fatto che se lasciate a sé stesse in breve ritornano alla pianta originale selvatica. In Biologia i cloni sono organismi con lo stesso patrimonio genetico, mentre le chimere sono piante con parti geneticamente distinte.
Ecco in rassegna i frutti che hanno avuto origine da mutazioni o incroci spontanei e poi mediante la clonazione diffuse nei frutteti di tutto il mondo:
- pera William, scoperta dal signor William in Inghilterra nel 1600;
- pera Abate Fetel scoperta in Francia nel 1866;
- mela Golden Delicious scoperta da Paul Stark in West Virginia nel 1914.;
- mela Fuji incrocio ottenuto in Giappone, nel 1930;
- mela Pink Lady incrocio ottenuto in Australia nel 1976;
- susina Santa Rosa scoperta da Luther Burbank nelle Filippine.
Arrivando ai nostri giorni è inevitabile parlare di OGM. Ci sono quattro coltivazioni che dalla loro introduzione nel 1996 hanno raggiunto una estensione totale di quasi 120 milioni di ettari: Soia, Mais, Cotone e Colza. Tra i vantaggi di questa tecnologia in primo posto il risparmio di antiparassitari. Notevole è la loro resistenza che, nel caso del Mais la resistenza agli insetti permette di ridurre a livelli insignificanti il contenuto di Micotossine. Le piante non OGM essendo attaccate dagli insetti facilitano l’attacco di funghi parassiti che compromettendo la salute delle piante e la loro funzione di alimento per l’uomo.1
Note
1. Rotarybollate.wordpress.com