Rosa Russo
La bellezza del Vesuvio

Nella poesia del Leopardi si coglie l’ineluttabile consapevolezza che il Vesuvio darà vita a nuove eruzioni, che annulleranno non solo il fragile ecosistema che sembra risorto dalla lava pietrificata ma, ancor più drammaticamente, la presenza dell’uomo in questi territori. Secondo il poeta è agli uomini di cultura che spetta il compito di favorire una presa di coscienza, favorendo l’alleanza tra tutti gli uomini che devono impegnarsi a costruire una rete di solidarietà e di soccorso reciproco.

La comunità scientifica, in questi anni, al fine di una corretta fruizione di questo ambiente tanto fragile quanto unico e irripetibile, ha dato vita a delle importantissime istituzioni quali l’Osservatorio Vesuviano ed il Parco Nazionale del Vesuvio. Ripercorriamo la storia di questi enti, evidenziando la crescita della loro importanza nel tempo, alla luce dei nuovi scenari eruttivi e della maggiore consapevolezza che solo attraverso la cooperazione è possibile ridurre i rischi e beneficiare della inestimabile bellezza del territorio. L'Osservatorio Vesuviano può essere considerato la più antica istituzione scientifica dedicata allo studio dei vulcani, la cui fondazione risale al 1841 per volere del re delle due Sicilie Ferdinando II di Borbone dal progetto dell'architetto G.Fazzini. L'osservatorio si trovava alle pendici del Vesuvio in un luogo che si mostrava particolarmente adatto, in quanto sufficientemente distante dal cratere da non essere interessato dalle colate di lava e dai proietti e lapilli che furono eruttati dopo la sua costruzione. Il primo direttore dell’osservatorio fu Macedonio Melloni che ottenne delle sovvenzioni per acquistare strumenti meteorologici e fisici.

I Canti di Leopardi nell'edizione Laterza, presenti nel catalogo BEIC

I Canti di Leopardi nell'edizione Laterza, presenti nel catalogo BEIC

Nel 1852 Luigi Palmieri, titolare della cattedra di Filosofia all'Università di Napoli, ottenne il permesso di utilizzare l'Osservatorio per i suoi studi e, negli anni successivi ne fu nominato direttore. In seguito ci furono altri successori che potenziarono la struttura con nuove apparecchiature geofisiche fra cui ricordiamo Giuseppe Mercalli (1911), fra i suoi meriti l’ideazione della scala empirica dell'intensità dei terremoti basata sugli effetti prodotti, che da lui prende il nome.

Nel 1935 altro direttore, Giuseppe Imbò che potenziò la struttura con nuove apparecchiature geofisiche. secondo il modello degli osservatori giapponesi, e studiò accuratamente l'eruzione del Vesuvio del 1944.

Oggi, la sede operativa di ricerca e sorveglianza è a Fuorigrotta, in Via Diocleziano 328 (Napoli), mentre la sede storica sul Vesuvio ospita un Museo vulcanologico nel quale è possibile ammirare, gli antichi strumenti meteorologici e geofisici ideati dagli illustri scienziati che vi hanno lavorato per oltre 150 anni e godere di un meraviglioso panorama mozzafiato. Negli ultimi anni l’osservatorio è stato dotato di strumentazioni scientifiche all'avanguardia e ha stabilito una estesa ed efficace rete di sorveglianza sismica sui territori flegrei e vesuviani. Tale apparato scientifico fu iniziato durante la direzione di Giuseppe Luongo, quando le crisi sismiche e bradisimiche degli anni '80 misero in evidenza le necessità della prevenzione su tutto il territorio.