Come riportato nelle sacre scritture durante il Medioevo gli eventi catastrofici come terremoti e eruzioni diventavano un’ anticipazione della fine del mondo (APOCALISSE). Infatti, il Cristianesimo si sviluppò nel pieno dell’effervescenza apocalittica giudaica spirituale e letteraria come nuova religione per tutto il Medioevo. Anche la cultura scientifica rimase per lungo tempo invariata al sapere degli enciclopedisti latini: ARISTOTELE per le scienze della terra, PLINIO il vecchio per la storia naturale, SEVERINO BOEZIO per la matematica e la logica e ISIDORO di Siviglia per l’astronomia e la medicina.
La comunità Medioevale era convinta che le catastrofi, provocate dai terremoti e eruzioni, fossero imputabili alla volontà punitiva divina, la quale consentiva alle forze demoniache di provocarle. Quindi le catastrofi mettevano la comunità sulla giusta strada nel credere in Dio. Si pensava che tutto ciò dipendesse da influenze magiche contro le quali solo uno stregone disponesse di giuste armi. Pertanto, l’uomo Medioevale si rivolgeva alla figura dello stregone per eliminare le azioni magiche. Infatti diventarono numi tutelari SANT‘AGATA a Catania dell’Etna e SAN GENNARO del Vesuvio. Tutte le sofferenze conseguenti erano benvenute alla comunità, perché in questo modo era possibile riassorbire una parte dei peccati individuali e collettivi e, in questo modo, la divinità si predisponeva al bene comune futuro. I terremoti o le eruzioni acquistarono un valore religioso come epifania di DIO e, infatti, diventarono così per l‘uomo comune oggetti che risvegliavano visioni infernali dell’ira divina pronta a scatenarsi. I vulcani erano indicati come fumaioli dell’inferno e il racconto dei terremoti ed eruzioni erano tracciabili nei libri monastici, per segnalare la morte di un grande peccatore.
Nei “LIBRI DELLE CRONACHE”, scritti contenuti nella Bibbia ebraica e cristiana intorno al 330-250 a.C., erano riportati come eventi eccezionali le ECLISSI, passaggi di COMETE, TERREMOTI ed altri eventi meteorologici. L‘analisi di questi testi ha messo in evidenza che gli eventi venivano riportati in tempo reale rispetto al loro accadere, ciò fa pensare ad una continua osservazione allo scopo di ricercare in essi i possibili precursori dell'apocalisse. Tra le più famose in letteratura ricordiamo le “CRONACHE DELL’ ANNO MILLE” del monaco Benedettino Rodolfo il Glabro del XI secolo. Inoltre, grazie al contatto con la civiltà araba si recuperarono le conoscenze degli antichi greci. Pertanto, diventarono familiari le dottrine di PITAGORA, SOCRATE, PLATONE, ARISTOTELE e il pensiero di molti filosofi minori e nelle abbazie si diede vita ad una attenta opera di riproduzione non solo dei codici religiosi, ma anche di quelli scientifici provenienti dalla cultura araba, greca e latina. Altra figura scientifica importante in questo periodo fu l’astrologo inglese JOHN d’ESCHERDEN che riassunse le credenze astrologiche dei terremoti dicendo che se i tre pianeti (Saturno, Marte e Mercurio) provocavano un terremoto, in quell’anno vi sarebbero stati molti altri terremoti. TOMMASO D’AQUINO, invece, diceva che era DIO che si serviva dei terremoti per avvertire gli uomini affinché si pentissero. L’astrologia ebbe la possibilità di diffondersi e assunse dignità all’università di Bologna, vennero alla luce gli Almanacchi, grazie all’invenzione della stampa, diventando il più potente mezzo delle previsioni astrologiche.