Luisa Martinelli
Il naturalismo: Plinio il Vecchio, Naturalis Historia

Plinio il Vecchio "Si descrive la natura,in altre parole, la vita".

Biografia

Plinio il Vecchio nacque a Como nel 23-24 d.C. Nei primi anni della sua giovinezza,trasferitosi a Roma, ricoprì diverse cariche nel campo civile e militare,tra cui la carriera di procuratore imperiale,che mantenne per un quinquennio,amministrando varie province: non tutti i suoi spostamenti sono noti ma è certo che ne 73 gli fu assegnata la Spagna Tarraconese. Nel 76 ottenne da Vespasiano un incarico di fiducia presso la cavalleria imperiale. La sua ultima mansione fu al comando di una flotta a Miseno che gli costò la vita:nel 79 d.C. Fu infatti vittima della tremenda eruzione del Vesuvio che in tre giorni, dal 24 al 26 agosto,distrusse Pompei,Ercolano e Stabia,seppellendo queste città e i loro abitanti sotto una densa coltre di lava. Secondo una lettera del nipote Plinio il Giovane,lo zio fu un uomo assetato di curiosità e fu proprio per questo che nel momento esatto dell'eruzione del Vesuvio,non volle lasciare il suo posto,e morì soffocato dalle emissioni dello spettacolare evento naturale.Tra le sue opere,ci è pervenuta una grande enciclopedia: Naturalis Historia,che pubblicò dedicandola all'imperatore Tito.Dopo una breve introduzione dell'opera e del cosmo,la raccolta tratta diverse tematiche:geografia,antropologia,zoologia,botanica,botanica medica e zoologia medica (importanti per la conoscenza della superstizione antica);dal 33° al 37° troviamo riferimenti alla mineralogia,alla lavorazione dei metalli e alla storia dell'arte,che ci ha permesso di essere alla conoscenza di autori ed opere a noi altrimenti sconosciuti. Naturalis Historia L'unica opera che oggi conosciamo di Plinio è proprio la grande encicopledia che si presenta come ricettario del sapere antico,facendo emergere la propria sete del sapere e facedoci comprendere la sua conoscenza. Quest'opera di tali dimensioni non prensenta un carattere alquanto continuo a causa di due motivi: inanzitutto era soggetto a rari o addirittura mancati controlli dei dati e anche perchè essa si presentava come un'opera non di un ricercatore o di uno scienziato,ma di colui che aspirava a conservare una grande opera per le future generazioni. Ricca di fenomeni naturali a beneficio,di chi,dopo di lui,li avrebbe anche perfezionati attraverso il: "dare splendore alle cose dimesse,fede a quelle dubbie,luce a quelle oscure,grazie a quelle rifiutate,a tutto infine la natura a tutte alla loro natura". Si presenta come un' opera aperta ai suoi lettori,capace di saperla arricchire con varie informazioni. Plinio ha la propria profezia di fede che è anche coerente con il suo metodo. Mihi contuenti semper suasit natura nihil incredibile existimare de ea (l'osservazione della natura mi ha persuaso che sul conto di essa nulla deve essere giudicato incredibile). La Naturali Historia è composta da 37 libri.

Contenuto dei 37 Libri:

Libri Contenuto
I  prefazione e indici
II cosmologia
III-VI geografia
VII antropologia
VIII-XI zoologia
XII-XIX botanica
XX-XXIII medicina e farmacologia (con i rimedi che si ricavano da piante,erbe e animali)
XXXIII-XXXVII metallurgia e mineralogia
(con attenzione alla storia dell'arte in quanto i manufatti artistici sono fatti di materiali minerali).In particolare: il libro XXXV,pitture e colori; il libro xxxvI,pietre da costruzione e scultura.

Plinio il Vecchio: naturalista

La spiegazione dell'eruzione del Vesuvio ritorna ad una concezione della natura che l'autore possiede: pone al centro l'uomo (antropocentrica) e antropomorfa; l'uomo è alla base del mondo,il quale è controllato dalla natura e dalla cultura che sono in grado di interagire con la solidarietà. L'essere umano è destinato alle azioni della natura con i suoi messaggi benevoli,basati su cose e fenomeni (prodigi,apparizioni). Molto importante è che Plinio,si distacca dal pensiero greco ossia che ogni azione umana è indipendente dalla natura,ma lui la contrasta,dicendo che la natura produce ogni cosa per l'uomo,lo dirige e lo porta alla conoscenza dei suoi limiti, e lo punisce quando egli sfida e viola le leggi della natura. Tutto ciò si collega ad un'antica concezione religiosa secondo cui ogni rito religioso stabiliva i giusti equilibri tra la natura e l'uomo come: propiziarsi Silvano prima di tagliare il bosco,chiedere perdono alla terra prima di ararla. Si rifà ad una cultura pastorale e gentilizia che diede sfogo per la criticità dei grandi filosofi spiritualistici verso la tecnologia. Essa,infatti, cambiava l'ordine delle cose e del mondo: i nobili e i filosofi diprezzavano l'attività artigianale,perchè coloro che praticavano questo mestiere (come i mercanti),osano modificare con opere e strumenti la condizione originali del mondo: con le navi congiungono le terre che il mare aveva separato come le pale dividono gli istmi,aprendo la via al mare. Da tutto ciò,nacquero le avversità tra i nobili e i plebei. I nobili erano basati su modelli di pastorizia e agricoltura (grandi latifondisti) mentre i plebei erano basati sull'arricchimento dell'industria e del mercato. Le avversità furono alla base di una natura violentata,violata e sforzata che cessa di comportarsi benevolmente verso l'uomo,arrivandolo ad ucciderlo: scavare gallerie sotto i monti per trarne materiali metallici è più empio dell'impresa dei giganti ribelli,che per invaderne l'olimpo posero il monte Ossa sul Pelio,ma vennero ributtati da Giove e dagli dei e ricacciati nel ventre della terra che li aveva generati; le gallerie improvvisamente franano e travolgono i minatori uccidendoli... Plinio ci ha descritto la profezia del 79 d.C. che rase al suolo ogni cosa intorno,morirono tante persone,tra cui lo stesso autore che stava lì per osservare e descrivere quel catalisma. Protagonista fu la villa romana di Positano, che fu soppiantata dalle ceneri e ricoperta di lapilli. La struttura architettonica fu ormai in frantumi,diventando un solido amasso tufaceo di otto metri. Essa fu distrutta attraverso due processi: la pioggia di materiali eruttivi e la flutazione eruttiva. Plinio crede che la natura sia un luogo divino soggetto a un profondo studio. Noi nei suoi confronti siamo molto deboli,infatti,essa è capace di infonderci di malattie e carestie,inoltre,la stessa conoscenza è indispensabile per l'esistenza dell'uomo.

Plinio il Vecchio che sfidò l'ira del Vesuvio per il biglietto di una donna.

A Napoli vi era Resina,la quale poteva essere la moglie di Ceto Busio,una mezza donna che col suo canto ha stordito generazioni di pescatori. Quella mattina del 79 d.C.,quando la terra tremò e quella montagna,"Vesuvio",vomitò una lingua di fuoco,si presuppone che Resina avesse mandato un biglietto di soccorso a Plinio il Vecchio,comandante della flotta,che si precipitò lì non solo per studiare il fenomeno,e apportare soccorsi,ma anche per salvare Resina,la quale per lei sfidò l'ira del Vesuvio e fece un percorso verso la morte. "Naturalis Historia" paragrafo 1 del VII libro ... Principium iure tribuetur homini,cuius causa videtur cuncta alia genuisse natura,magna,saeva mercede contra tanta sua munera,non ut sit satis aestimare,parens melior homini an tristior noverca fuerit. ...Sembra che a buona ragione tutti gli animali siano nati dalla natura per servire l'uomo,a caro e crudele prezzo in cambio dei suoi doni tanto grandi,che non è possibile stibilire con sicurezza,se sia stata per l'uomo più una buona madre o una crudele matrigna.