Angela Viola
Il conflitto fra uomo e natura

Ogni catastrofe naturale ha un origine divina.

Shanks:”quando una lingua di fuoco, fuoriuscita da una fenditura della terra (Vesuvio) nella terra d’Italia si allargherà raggiungendo il cielo, essa brucerà molte città e distruggerà gli uomini. Molta cenere ardente riempirà il grande cielo. E una pioggia cadrà dal cielo simile a terra rossa. Allora conoscerai la collera del Dio dei cieli.” L’uomo sin dall’antichità ha sempre cercato spiegazioni sui fenomeni catastrofici della natura che si manifestano in continuazione condizionando la vita degli uomini. Infatti, gli uomini primitivi cercavano di capire quali erano le cause dei temporali, nevicate e uragani ossia di fenomeni atmosferici, i quali in passato venivano attribuiti a maghi o dei. Nell’antichità il rapporto uomo- natura era collegato alla divinità, di conseguenza era un entità incomprensibile. Col passar del tempo l’uomo si è reso conto che bisognava trovare una spiegazione scientifica ai fenomeni naturali e quindi studiarli per avere una maggiore consapevolezza; tutto ciò ha suscitato molto interesse ma anche paura e sgomento di fronte a certi avvenimenti naturali tanto da inspirare poeti, scrittori e artisti di ogni genere, i quali attraverso le loro opere cercavano di manifestare l’armonia con la natura oppure il loro contrasto. In tempi classici era la filosofia, la dottrina che studiava gli elementi naturali, ossia cercava di spiegare il perché di un avvenimento. Nel periodo dei”lumi“ si cercava di dare una spiegazione scientifica, cioè, una spiegazione che si basava sul metodo sperimentale di Galileo Galilei. Con Anassagora, Platone, Aristotele,questi cercarono di dare un interpretazione ai fenomeni naturali in particolare l’attività vulcanica. Infatti, il”pyruflegheton“ era un vento infuocato presente all’interno della terra e viene ritenuto la causa del fenomeno vulcanico. Aristotele scrisse: ”la terra possiede i suoi fuochi interni alimentati dai venti e gas intrappolati, i quali sviluppano terremoti ed eruzioni vulcaniche”. Egli fa anche un raffronto con l’anatomia umana: il vento della terra ha effetti simili a quello dell’aria nei nostri corpi quando viene forzata a fuoriuscire, causando rumori e tremori.

Miti e leggende sul Vesuvio

Il Vesuvio in antichità era caratterizzato da vari miti.

La leggenda del Vesuvio - Capri

Un tempo c’era un giovane che si chiamava Vesuvio. Egli si innamorò follemente di una ninfa, che rubò il suo giovane cuore. Vesuvio la corteggiò, in modo disperato, arrivò persino al punto di dedicarle una preghiera dolce, fu così che la ninfa si innamorò di quel ragazzo. I due amanti trascorrevano lieti e spensierate giornate in spiaggia, ma un giorno litigarono. La ninfa, però, venne costretta dai suoi genitori a separarsi da Vesuvio, e venne portata in un posto segreto lungo il mare. La privazione e la distanza non fecero altroché rafforzare l’amore tra i due; così la ragazza un giorno uscì in mare con la barca a vela e, una volta a largo si abbandonò alle acque finché non scomparve fra le onde. Le divinità marine dispiaciute, decisero di offrirle una nuova forma di vita, che potesse renderla immortale: la sua anima fu tramutata in pietra e così nacque l’isola di Capri. La notizia della scomparsa arrivò a Vesuvio che, distrutto dal dolore,divenne pazzo. Il giovane ricolmo d’amore e di dolore cominciò ad espirare degli enormi sospiri d’ira che si trasformavano in fuoco. Anch’egli, divenne pietra, si trasformò in un monte pieno di lava, che simboleggiava la sua rabbia. Così quando Vesuvio pensava al suo amore eruttava.

Mito del gigante Alcìoneo

Secondo la leggenda del poeta latino Claudiano, sotto il vulcano vive un gigante in catene, dal nome, Alcìoneo. Tutt’oggi la figura del gigante non è sconosciuta al Vesuvio, anzi s’identifica con il monte, che viene designato come il gigante buono.

Pulcinella, di nativi vesuviani

Una leggenda narra che, dopo l’eruzione del 1631, il simbolo dei napoletani, Pulcinella, derivava proprio dal Vesuvio. ”Uscendo dal guscio di un uovo comparso per volere di Plutone sulla sommità del vulcano, grazie ad un impasto fatto da due fattucchiere, che avevano chiesto un soccorritore per sanare situazioni di ingiustizia e di oppressioni. “