Durante il soggiorno nella città di Vigevano, Leonardo collauda una ingegnosa opera di bonifica di terreni paludosi, realizzata per mezzo dell’acqua.
La località Sforzesca non è un luogo di villeggiatura degli Sforza, ma il centro di una vera e propria azienda in cui si produce e sperimenta: qui viene introdotto il baco da seta, vengono importate le pecore per la produzione della lana, e nella vicina Cassolnovo per la prima volta si realizza la coltivazione del riso.
Tra i progetti vigevanesi di Leonardo c’è un preventivo di spesa per la realizzazione di un canale e lo schizzo di un ponte largo braccia otto, oltre al disegno di una draga lagunare per cavare la terra dai fondali di conche e canali. Quattro pale mosse da una manovella raccolgono il fango e lo depositano in una zattera ormeggiata al centro.
Sono frequenti infatti le citazioni di Vigevano, che compaiono nel “manoscritto H”; la maggior parte risultano datate febbraio-marzo 1494 da Vigevano, proprio dalla Sforzesca.
Al foglio 1r. parla di “serare a chiave uno incastro da Vigievine”.
Al foglio 65v. “A dì 2 di febbraro 1494 alla Sforzesca ritrassu scalini 25 di 7 di braccio l’uno larghi braccia 8”, e seguono due disegni di una scala sulla quale scorre l’acqua.
Una notazione ripresa e descritta ampiamente nel “Manoscritto Leicester”, in cui Leonardo illustra il meccanismo per diminuire la velocità dell’acqua e quindi la potenza della sua caduta, procedimento che ha modo di vedere dal vivo all’opera proprio alla Sforzesca presso il mulino, detto della Scala.
La Scala di Vigevano viene inizialmente utilizzata per bonificare e in seguito per portare l’acqua su un prato marcitoio in forte pendio: è quindi un manufatto di grande interesse non solo per la tecnica della bonifica, ma anche per quella dell’irrigazione.
Al foglio 94 v. parla dei “Mulina a Vigievine” e anche in molti altri fogli del manoscritto parla dei mulini e dei canali che li alimentano. Il Mulino di Mora Bassa, sempre situato in Vigevano, è un’altra importantissima struttura idraulica, perfezionata da Leonardo: è offerto nel 1494 da Ludovico il Moro come dono di nozze alla moglie Beatrice d’Este. Qui Leonardo mette ulteriormente a punto il funzionamento della canalizzazione e delle “bocche” e il sistema per portare l’acqua nei campi, già sperimentati alla Scala.