Ludovico il Moro non è il figlio primogenito di Francesco Sforza e quindi non avrebbe diritto ad alcun titolo di potere, ma riesce comunque a ottenere posizioni prestigiose con mezzi probabilmente poco leciti e guidati dalla pura ambizione.
Una volta prese le redini del ducato, Ludovico sposta la sua corte da Milano a Vigevano. Le corti non restavano fisse nello stesso posto a lungo e spesso si spostavano nel territorio. Quando parliamo dello spostamento delle corti, facciamo riferimento a uno spostamento di grande portata, si può paragonare allo spostamento di quelle che ora consideriamo delle vere e proprie cittadine: servi, damigelle, cavalieri e cavalli, uomini di prestigio che vivevano a corte e, ovviamente, i signori.
A seguito delle grandi masse di persone vi erano i cavalli, per questo a Vigevano Ludovico fece costruire la cavallerizza e le scuderie, importanti costruzioni realizzate con sofisticate e avanzate tecniche architettoniche presenti all'epoca. Probabilmente molti progetti furono pensati da Leonardo Da Vinci, anche se non esistono più dei documenti certi. Le scuderie presentano ancora oggi gli anelli a muro cui venivano legati gli equini. Il letame era molto pregiato in quanto veniva rivenduto come concime prezioso per le vaste terre che nel quattro-cinquecento circondavano Vigevano.
Le esigenze portano Ludovico a sistemare anche il Castello, nonché la Piazza Ducale e la Torre bramantina. La facciata del Duomo, invece, è opera del Vescovo Caramuel nel ‘600, ma ancora oggi si possono scorgere parti della facciata originaria.
Prima del 1492 (anno di inizio lavori) la Piazza aveva una forma completamente diversa e non rivestiva grande importanza, così, deciso a realizzare un grande progetto che potesse suscitare la meraviglia e l’invidia dei suoi illustri ospiti, Ludovico fece demolire le abitazioni e costruire con le macerie un luogo di ritrovo, di sfarzo e di mercato per una corte importante: la propria.
Da ricordare c'è anche l'imponente e bellissima costruzione definita falconeria, già dal nome possiamo intuirne l'utilizzo, infatti all'epoca i falchi venivano impiegati molto spesso nella caccia, quindi che l'edificio fu costruito soprattutto per contenerli e curarli.
Sono molte le creazioni o modifiche volute da Ludovico, si pensi alla cascina-modello dedicata interamente alla moglie Beatrice d'Este (che morì abbastanza giovane), la Sforzesca, più lontana rispetto al centro culturale di sfarzo come il Castello e la Piazza ma comunque molto bella, pratica e ben organizzata. Ludovico tentò anche di importare le pecore dall’Inghilterra, rinomate per la lana, tuttavia, forse per il clima diverso da quello natio, queste non sopravvissero.
Fonti: Conferenza con il direttore dell’Archivio Storico, P. Muggiati;
Sitografia: www.vigevanoneltempo.it