Andrea Brogin
Vita di Leonardo (1452-1499)

Nascita e primi studi (1452-1460)

Citazione di Vasari: “Veramente mirabile e celeste fu Lionardo figliuolo di ser Piero da Vinci; e nella erudizione e principi delle lettere avrebbe fatto profitto grande, se egli non fusse stato tanto vario ed instabile. Perciocchè egli si mise a imparare molte cose; e cominciate, poi l’abbandonava. Ecco, nell’abbaco, egli in pochi mesi ch'e' v'attese, fece tanto acquisto, che movendo di continuo dubbi e difficultà al maestro che gl’insegnava, bene spesso lo confondeva."

Leonardo nasce ad Anchiano, nei pressi del borgo di Vinci, nel 1452, figlio illegittimo di del notaio ser Piero da Vinci e di Caterina, una donna di estrazione sociale inferiore. L'educazione del piccolo Leonardo ha luogo in campagna, nella casa dei nonni, ed èpiuttosto disordinata e discontinua, con una programmazione di fondo pressochéassente: egli impara infatti a scrivere in maniera del tutto speculare rispetto al normale, ossia con la sinistra e a rovescia. In seguito alla morte del nonno, Leonardo si trasferisce con la famiglia a Firenze, nel 1460.

Caratteri generali dell'ingegno di Leonardo (1460-69)

Citazione di Vasari: “Dette alquanto opera alla musica; ma tosto si risolvèa suonare la lira. … Nondimeno, benché egli a sì varie cose attendesse, non lasciò mai il disegnare ed il fare di rilievo come cose che gli andavano a fantasia più d’ alcun’ altra."

Le sue straordinarie doti artistiche si ravvisano subito: la curiositàche lo rende genio senza pari, la dimestichezza nello spaziare attraverso tutte le discipline, le sue cognizioni scientifiche e il desiderio di apprenderne sempre di piùsi manifestano giàin giovane età. La sua prima opera èun disegno con una Veduta della Val d'Arno. Nello stesso periodo, dipinge il ritratto della nobildonna Ginevra de' Benci, la "Madonna del garofano" e l'"Annunciazione" degli Uffizi.

Alla bottega del Verrocchio (1469-1482)

Citazione di Vasari: “Veduto questo, ser Piero, e considerato la elevazione di quell’ingegno, preso un giorno alcuni de’suoi disegni, gli portò ad Andrea del Verrocchio, ch’era molto amico suo, e lo pregò strettamente che gli dovesse dire se Lionardo, attendendo al disegno, farebbe alcun profitto. Stupì Andrea nel veder il grandissimo principio di Lionardo e confortò ser Pietro che lo facesse attendere; onde egli ordinòcon Lionardo ch’e’ dovesse andare a bottega di Andrea … Divenuto sempre più evidente il suo interesse nel disegnare et il fare di rilievo, come cose che gl'andavano a fantasia più d' alcun' altra".

Leonardo, grazie all'interessamento del padre, ha modo di entrare in una delle botteghe artistiche piùin vista della città, quella di Andrea del Verrocchio, presumibilmente nel 1469: il giovane inizia cosìil suo apprendistato e familiarizza gradualmente con tutti i segreti della bottega, in cui conosce tra gli altri Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio, Pietro Perugino e Lorenzo di Credi. Nel 1472 Il suo nome èregistrato nell'elenco della confraternita dei pittori: è quindi già un maestro indipendente. Frequenta inoltre accademie, botteghe e la famiglia dei Medici, presso la quale conosce molti intellettuali, tra cui il filosofo Marsilio Ficino.

Citazione di Vasari: “ Acconciossi dunque, come èdetto, per via di ser Pietro, nella sua fanciullezza all’arte con Andrea Verrocchio, il quale facendo una tavola, dove San Giovanni battezzava Cristo, Lionardo lavorò un angelo che teneva alcune vesti; e benchéfosse giovanetto, lo condusse di tal maniera che molto meglio delle figure di Andrea stava l’angelo di Lionardo: il che fu cagione ch’Andrea mai piùnon volle toccar colori, sdegnatosi che un fanciullo ne sapesse piùdi lui.”

Dopo le prime opere indipendenti del giovane nella bottega, Verrocchio assegna a Leonardo l'incarico di completare la pala d'altare rappresentante il Battesimo di Cristo. A questo si affiancano altre collaborazioni col maestro che non impediscono a Da Vinci di continuare a disegnare e prendere appunti con la sua inconfondibile scrittura a rovescio. A seguito poi di quattro anni di "silenzio" nei confronti di probabili opere dal '74 al '78 e un' anonima accusa di sodomia nel 1476, Leonardo riceve il primo incarico pubblico: una pala per la cappella di San Bernardo nel Palazzo della Signoria, che probabilmente non viene mai iniziata ma anzi affidata al Ghirlandaio nel 1483 e in seguito a Filippo Lippi, il quale completa definitivamente il progetto due anni piùtardi.

Alla corte di Ludovico il Moro (1482-1499):

Citazione di Vasari: “Avvenne che, morto Giovan Galeazzo duca di Milano, e creato Lodovico Sforza nel grado medesimo l’anno 1494, fu condotto a Milano con gran riputazione Lionardo al duca, il quale molto si dilettava del suono della lira, perchésuonasse; e Lionardo portò quello strumento ch’egli aveva di mano sua fabbricato d’argento gran parte, in forma d’un teschio di cavallo, cosa bizzarra e nuova, acciocché l’armonia fosse con maggior tuba e più sonora di voce; laonde superò tutti i musici che quivi erano concorsi. Oltra ciò, fu il miglior dicitore di rime all’improvviso del tempo suo. Sentendo il duca i ragionamenti tanto mirabili di Lionardo, talmente s’innamorò delle sue virtù che era cosa incredibile.”

Il 1482 èl'anno del probabile trasferimento a Milano.Le ragioni della sua partenza da Firenze sono molteplici. Sicuramente, come testimoniano l' Anonimo Gaddiano e i Giorgio Vasari, l'invio dell'artista fu causato da Lorenzo de' Medici, detto il Magnifico, nell'ambito delle sue politiche diplomatiche con le signorie italiane, in cui i maestri fiorentini erano inviati come "ambasciatori". Da Vinci si presenta alla corte di Ludovico il Moro con una lettera in cui espone le sue abilità, soprattutto quella di ingegnere militare, ma anche di architetto, scultore, pittore e persino musicista. A corte infatti si occupa talvolta dell'organizzazione delle feste. Nel 1483 stipula un contratto insieme ai fratelli Evangelista e Giovan Ambrogio de' Predis per realizzare la pala d'altare per la Confraternita dell'Immacolata Concezione nella chiesa di San Francesco Grande: il pannello centrale sarà la Vergine delle Rocce, mirabile fusione tra ricerca artistica e osservazione della natura.

Citazione di Vasari:"Mentre che egli attendeva a questa opera, propose al duca fare un cavallo di bronzo di maravigliosa grandezza, per mettervi in memoria l' imagine del duca; e tanto grande lo cominciòe riuscì, che condur non si potèmai[...]"

Per Ludovico il Moro inizia anche gli studi per un grande monumento equestre in onore di Francesco Sforza, per il quale affronta numerosi problemi tecnici di fusione. In qualitàdi ingegnere ducale, riceve dei pagamenti per il suo parere per risolvere i problemi statici nella costruzione del tiburio del Duomo. La sua soluzione viene scartata a favore del progetto di Giovanni Antonio Amadeo e Giovanni Dolcebuono. Durante il 1490 ha modo di soggiornare nelle cittàdi Vigevano e Pavia, dove incontra l'ingegnere senese Francesco di Giorgio Martini. Egli descrive le opere di irrigazione del Vigevananese e progetta la Sforzesca, una vera e propria cascina modello per il Duca. Il fatto che Leonardo Da Vinci si sia recato alla Sforzesca èdocumentato e certo.Tuttavia rimangono dubbi sul fatto che lui abbia realizzato di mano sua opere nella tenuta vigevanese del Moro, dato che i suoi manoscritti non ne danno l’assoluta certezza. Di certo, c’èun’annotazione di Leonardo, del 1494, sul Manoscritto H (f. 65v.), «Adì2 febbraio 1494 alla Sforzesca ritrassi scalini 25 di 2/3 l’uno larghi braccia 8…. », ad attestare uno dei suoi viaggi a Vigevano. Di seguito a questa nota, si trovano schizzi raffiguranti una scala che fa scorrere l’acqua. Si sa che questo progettoèampiamente ripreso sul Codice Hammer dove Leonardo scrive «Scala di Vigevine sotto la Sforzesca…».Vi illustra il meccanismo per diminuire la velocitàdell’acqua e quindi la potenza della sua caduta. Èproprio questo il procedimento osservato dal vivo da Leonardo alla Sforzesca, presso il mulino tuttora esistente, chiamato appunto il Mulino della Scala. I mulini del Vigevanese, di realizzazione tardo quattrocentesca, erano infatti parte integrante del progetto di sviluppo agricolo del Moro, che prevedeva lo sfruttamento delle acque derivate dal Ticino e incanalate nel Naviglio Sforzesco. Nel periodo trascorso a Vigevano Leonardo, esperto d’acqua, tenta di migliorare la meccanica di questi mulini e studia il rapporto con i canali che li alimentano. Lo comprovano alcuni suoi appunti del Codice Atlantico (f. 304 r.) e del Manoscritto H (f. 30 v. ; f. 94 v.) che includono schizzi sugli ingranaggi, calcoli sul loro rendimento e preventivi di spese per il loro funzionamento. E proprio in quegli anni avrebbe finalizzato un nuovo tipo di ruota con pale concave in ferro, la quale, girando verticalmente e usando l’energia prodotta da una discesa d’acqua, permetteva il funzionamento del mulino tramite un sistema di pulegge e cinghie. A Vigevano ne costituisce un esempio –anche se realizzato in vari tempi –il Mulino di Mora Bassa, regalo di nozze di Ludovico il Moro a Beatrice d’Este.

Citazione di Vasari: "Fece ancora in Milano, ne' frati di San Domenico a Santa Maria delle Grazie, cosa bellissima e maravigliosa; ed alle teste degli Apostoli diede tanta maestà e bellezza, che quella del Cristo lasciò imperfetta, non pensando poterle dare quella divinità celeste, che alla imagine di Cristo si richiede[...]".

Tra il 1494 e il 1498 Leonardo si dedica a uno dei suoi piùcelebri lavori: l'Ultima Cena, nel refettorio del monastero domenicano di Santa Maria delle Grazie. Sempre nel '98 poi decora la Sala delle Asse del Castello Sforzesco di Milano con un affresco rappresentante un pergolato di alberi uniti a nodi di nastri, coniugando l'esigenza di celebrazione dinastica con il desiderio di rappresentare la natura nei suoi minimi dettagli.