Nel periodo di tempo trascorso a Vigevano, è forte la collaborazione tra Leonardo da Vinci, artista riconosciuto anche per le opere idrauliche, e il Duca, interessato alla cultura e alle tecniche per rendere migliore e invidiabile il suo ducato.
Il Codice Atlantico e il Codice Hammer riconoscono questa fitta collaborazione che ha portato, tra le altre cose, alla realizzazione di mulini nel pavese. Con buona probabilità, fu Ludovico il Moro a dare ordine di scavare la roggia Mora per portare acqua nel territorio vigevanese per alimentarvi i mulini.
Il Mulino di Mora Bassa e quello di Mora Alta sono dunque sorti sotto il ducato del Moro, nonostante negli ultimi decenni studi approfonditi tendano a collocarne la costruzione in un'epoca anteriore a quella di Ludovico. Purtroppo, l'edificio ha subito in età moderna numerosi e sostanziali rimaneggiamenti tanto da renderne oggi irriconoscibili le originarie caratteristiche molitorie, ma ciò che è sopravvissuto (le chiuse, in particolare) costituisce ancora un complesso di grande fascino.
Di fronte al Mulino, sull'altro lato della strada, sorge la barocca chiesetta campestre dedicata alla Madonna della Neve, detta anche "di Mora Bassa". La sua esistenza è documentata già nel 1669; oggi è chiusa al culto. Le sobrie linee barocche della facciata sono sopravvissute ai danni di una secolare incuria e a un recente sommario restauro. Il Mulino di Mora Alta sorge nella periferia vigevanese, in aperta campagna, vicino alla strada provinciale che conduce a Novara.
A causa di un dislivello naturale, la corrente ove è sito il mulino è molto forte. Delle quattro ruote esistenti in origine, oggi ne restano solamente due, di cui una in condizioni pessime. Gli edifici mostrano i tipici motivi ornamentali del ’400 lombardo, quali le porte e finestre strombate, le finestre inferriate e la greca perimetrale detta “a dente di sega”. Oggi si può vistare il mulino e la mostra permanente dedicata a Leonardo allestita al suo interno, in memoria di quel grande artista che dalla corte medicea fiorentina è giunto alla Vigevano ducale, ove ha lasciato le sue orme e le sue opere.