Il raggio d’ombra

  • copertine delle due edizioni del Raggio d’ombra. Sia l’originaria del 1983 sia quella rivisitata nel 1988 (qui, in ristampa 2002) copertine delle due edizioni del Raggio d’ombra. A sinistra quella del 1983, a destra invece quella del 1988 (qui, in ristampa 2002)
  • estratto dal manoscritto del romanzo estratto dal manoscritto del romanzo
  • estratto dal manoscritto del romanzo pagine del manoscritto del romanzo
  • estratto dal manoscritto del romanzo pagine del manoscritto del romanzo
  • estratto del dattliscritto con evidenti correzioni a penna e pastelli colorati estratto del dattliscritto con evidenti correzioni a penna e pastelli colorati
  • dattiloscritti del romanzo con correzioni a penna dattiloscritti del romanzo con correzioni a penna
  • dattiloscritti del romanzo con correzioni a penna dattiloscritti del romanzo con correzioni a penna

Un traditore incastra un gruppo di attivisti politici e un onorevole si mette sulle sue tracce. Una ricerca lunga trent’anni e un ritrovamento simbolico che lascia piú dubbi che certezze.

Ispirato ad un episodio realmente accaduto nel 1927, Il raggio d’ombra racconta le vicende di un condannato politico (Losi) che evade dal carcere e chiede aiuto ai compagni di partito, rivelandosi ben presto un traditore.

L’intera narrazione ruota intorno alla presenza-assenza della spia, figura di cui si parla lungo tutto il romanzo senza mai darne una precisa descrizione. Solo qualche fuggevole dettaglio si apprende dai dialoghi con personaggi di contorno. È però il suo passato oscuro a generare i timori iniziali, ed è il tentativo di capirne le motivazioni che spinge l’onorevole Travi alla ricerca che lo impegnerà per trentanni.

Losi non sarà mai catturato, trovato solo quando ormai è troppo tardi, in un cimitero di provincia, a riaffermare in modo simbolico una verità inafferrabile. Una ricerca dunque che solleva dubbi e semina punti interrogativi, mettendo in luce l’insolubilità dell’enigma proprio quando sembra essere stato risolto. Rimane infatti un’ultima domanda senza risposta che lascia tutto nell’incertezza: «c’è la fotografia, in un ovale di alluminio. "È lui?"»

L’edizione del 1983 mostra però evidenti punti deboli come lo squilibrio tra la lentezza di larghe parti digressive e il movimento dei capitoli d’azione, e un finale meccanico non del tutto convincente. Difetti significativi che l’autore elimina nel 1988, apportando diverse correzioni.

Abbiamo cosí il passaggio improvviso dall’imperfetto al presente storico per dar maggior forza all’epilogo e una narrazione che rallenta il ritmo lasciando spazio a maggiori inserti descrittivi. Vengono inoltre reintrodotte parti e personaggi eliminati nella prima stesura e tagliati i dialoghi per rendere piú serrato il botta e risposta tra personaggi. Un’ampia revisione che trova traccia nelle bozze preparatorie e che vuole migliorare la prima edizione, per dare alle stampe un testo piú avvincente e convincente.