Prose giovanili
Manoscritti e dattiloscritti, compiuti e incompiuti, convincenti e meno. Vasta produzione di racconti giovanili, laboratorio e palestra della narrativa che verrà.
La vena letteraria di Giuseppe Pontiggia è precoce. È infatti dalla giovanissima età che inizia a scrivere racconti, favole ed altri testi in prosa. Testi a volte completi, a volte solo abbozzati. Testi piú volte corretti, o lasciati nella loro originaria forma manoscritta. Racconti in ogni caso che l’autore non ha ritenuto adatti alla pubblicazione, forse per mancanza di incisività, forse perché poco significativi.
Abbiamo cosí una lunga serie di prose, completate e rimaste incompiute, valide e meno valide. Le reiterate prove del giovane Pontiggia alle prese con le prime esperienze di scrittura narrativa. Pratica letteraria che riempie quaderni, block notes e pile di fogli sparsi. Stesure in gran parte corredate da titolo e data di realizzazione.
Abbiamo dattiloscritti in stesura definitiva come La sveglia o De senectute. Dattiloscritti in stadio avanzato come Piccola Favola, Viaggio all’Isola o L’arancia. Altri dattiloscritti pieni di correzioni come Una cosa che capita tutti i giorni o La sorte del ragno. Ed infine una lunga fila di manoscritti piú o meno completi come Una serata, Racconto di un negoziante di dischi, Corso d’arte, Una settimana in ufficio. O ancora Grandi uomini, Il riccio e tutta la serie di racconti militari.
Una produzione sommersa che non ha mai visto la luce, una vasta produzione che ha permesso a Pontiggia di migliorarsi prova dopo prova, arrivando ai successi che tanto apprezziamo.