Teratologia
La Teratologia nel Medioevo e nel Rinascimento

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    Ulisse Aldovrandi

    Monstrorum Historia, Bologna, 1657.

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    Ulisse Aldovrandi

    Monstrorum Historia, Bologna, 1657.

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    Ulisse Aldovrandi

    Monstrorum Historia, Bologna, 1657.

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    Ulisse Aldovrandi

    Monstrorum Historia, Bologna, 1657.

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    Ulisse Aldovrandi

    Monstrorum Historia, Bologna, 1657.

Con lo svilupparsi degli studi nel settore dell’embriologia, divenne di fondamentale importanza osservare i problemi relativi allo sviluppo fetale: lo studio delle anomalie di crescita dell’embrione divenne presto una disciplina a sé stante, comunamente chiamata Teratologia o Dismorfologia.

Le alterazioni teratogene, o malformazione congenite, talora incompatibili con la vita, erano considerate in epoca medievale il risultato di una sperimentazione compiuta dalla natura stessa, spesso esito di comportamenti inappropriati delle donne in attesa.
Le malformazioni genetiche venivano accolte con curiosità dagli antichi, che interpretavano queste “mostruosità” come testimonianze di prodigi: la parola greca “téras” infatti significava “portento”, “miracolo”, “cosa terribile/mostruosa”, “segno straordinario”.
Tali fenomeni venivano dunque ritenuti un prodotto di influssi sovrannaturali, o testimonianze dell’ira divina, concezione durò fino al XVIII secolo.

Le più interessanti osservazioni di questi “mostri” risalgono al Rinascimento, epoca a cui appartengono gli studi di Ulisse AldovrandiUlisse Aldovrandi (1522- 1605) è considerato il fondatore della storia naturale moderna. Botanico ed entomologo italiano, realizzatore di uno dei primi musei di storia naturale, studioso delle diversità del mondo vivente, si impose come una delle maggiori figure della scienza, nonché guida e riferimento per i naturalisti italiani contemporanei. autore di uno dei più famosi testi di questo genere, il Monstrorum Historia, pubblicata postuma nel 1642 dopo essere stata rimaneggiata da Bartolomeo Ambrosini.
In quest’opera egli procedette ad una riclassificazione dei mostri fra gli uomini ed altri animali: egli infatti parla di mostri per eccesso o difetto di materia, per ibridazione fra specie diverse, per eccesso di immaginazione materna e per cause superiori e divine.
Per quanto riguarda i cosiddetti mostri per eccesso e per difetto, Aldovrandi si rifece alle teorie degli antichi, in particolare a IppocrateIppocrate (460 a.C. circa- 370 a.C. circa), maestro di medicina in Atene e in Tessaglia fu ritenuto non solo il più grande medico dei suoi tempi dai suoi contemporanei, ma è anche considerato il fondatore della medicina scientifica., il quale credeva che un utero troppo grande o un troppo piccolo potessero generare individui rispettivamente troppo grandi o troppo piccoli.
L’idea di ibridazione fra diverse specie proveniva invece da AristoteleAristotele (384- 83 a.C.- 322 a.C.) fu uno dei più grandi filosofi dell'antichità. La sua attività di ricerca prevedeva studi di metafisica, fisica, biologia, etica, psicologia, retorica e logica. Con le sue opere venne a creare una vera e propria enciclopedia del sapere., uno dei primi ad ammettere la possibilità di questo fenomeno: egli infatti descrisse diversi casi di improbabili mostri fantastici come il capriasino (incrocio fra un caprone e un’asina), l’Hippotaurus (cavalla e toro) e l’equicervus (cervo e cavalla). Egli ammetteva perfino incroci fra uomini e animali per spiegare l’esistenza di popolazioni fantastiche come i cinocefali.
Altra causa delle nascite mostruose si credeva fosse la fervida immaginazione delle madri durante l’atto sessuale o la gravidanza, idea di origine molto antica, che trovò amplio consenso fino al ‘700 e arriva in parte fino ai giorni nostri: è infatti larga credenza popolare che sia questa la spiegazione delle “voglie” nei neonati.
A proposito della quarta categoria dei mostri, quelli dovuti ad eventi miracolosi e divini, bisogna ricordare che questi venivano per lo più interpretati come ammonimenti divini o prove tangibili di una volontà sovrannaturale.
Aldrovandi credeva realmente nell’esistenza di queste creature fantastiche, le cui descrizioni dettagliate erano accompagnate anche da diverse illustrazioni, basate sui libri degli antichi, disegnate secondo l’immaginazione: anche i feti mostruosi erano riprodotti seguendo criteri artistici più che scientifici.

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Ulisse Aldovrandi

#Monstrorum Historia, Bologna, 1657.

Aldovrandi dedicò quasi 50 anni della sua vita alla creazione di uno dei primi musei di storia naturale: una raccolta ordinata di 18.000 «diversità di cose naturali», 7.000 piante e 17 volumi che raccoglievano migliaia di raffigurazioni animali, piante, minerali e mostri, oggetto anche del Monstrorum Historia.