Viziature pelviche
Pelvi viziate e parti difficili

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    William Smellie

    A sett of anatomical tables [...], Londra, 1754.

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    William Smellie

    A sett of anatomical tables [...], Londra, 1754.

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    William Smellie

    A sett of anatomical tables [...], Londra, 1754.

Si parla di viziatura pelvica quando il bacino della donna presenta un restringimento di uno o più dei suoi diametri, e diventa per questo causa di difficoltà nella gravidanza o nel parto.
Lo studio delle viziature pelviche risale al XVI secolo: nel 1587 Giulio Cesare AranzioGiulio Cesare Aranzio (1530- 1589) è stato un medico italiano e un docente di anatomia umana all'Università di Bologna. Il suo De humano foetu fu un trattato fondamentale per l'avanzare degli studi di fisiologia della generazione e della gravidanza, scritto sulla base di una diretta osservazione anatomica., parlò di "ravvicinamento eccessivo del pube al sacro e al coccige, e la sua salienza convessa verso il lume dello scavo, in modo da ostacolare il passaggio del feto, tanto più se la testa del feto è voluminosa e molto resistente" (De formatu foetu, 1587), come una fra le cause di impedimento nel parto.

Dobbiamo aspettare però il XVIII secolo per uno studio accurato delle viziature pelviche: il primo trattato che venne composto in questo periodo è quello del BertrandiGiovanni Ambrogio Bertrandi (1723- 1465), medico e chirurgo italiano, presiedeva la cattedra di anatomia e di chirurgia dell'Università di Torino, con l'incarico d'insegnare anche l'anatomia pratica agli studenti. Nel 1758 divenne professore di chirurgia pratica e medico del re. Si deve a lui la fondazione della scuola d'ostetricia e la scuola di medicina veterinaria di Torino., che da chirurgo considerava l’ostetricia come l’arte di trarre dall’utero il feto con la maggiore facilità possibile e per primo vide l'esigenza di classificare i bacini viziati secondo il grado di restringimento.
William Smellie William Smellie (1697- 1763) fu un ostetrico, famoso al punto di fondare una scuola con delle proprie tendenze. I suoi scritti poggiano su 40 anni di esercizio pratico e contribuirono allo studio del meccanismo del parto (sia nel bacino normale sia in quello viziato), al perfezionamento del taglio cesareo, e all'applicazione del forcipe. Fra le sue opere viene ricordato soprattutto un atlante, le cui tavole sono da ammirare per la precisione dei disegni. in questo secolo fu il primo a dare una corretta descrizione della pelvi con la misurazione dei vari diametri in rapporto con il parto. Smellie infatti conosceva il meccanismo del parto anche nei bacini viziati e espose le regole di utilizzo del forcipe con precisione, a seconda delle diverse posizioni del capo, ideando un forcipe lungo che seguiva la curvatura pelvica, anche se ne consigliava l'uso solo quando era impossibile agire manualmente.

Nel Settecento si proponevano interventi rischiosi e invasivi per risolvere il problema della viziatura pelvica, come la sinfisiotomia Per sinfisiotomia si intende un intervento chirurgico di allargamento del bacino, allo scopo di rendere possibile il parto per le vie naturali., che venne a sostituire l'embriotomia o l'aborto provocato. La sinfisiotomia su donna viva venne eseguita per la prima volta nel 1777, e divenne un'operazione di largo uso, anche se si dimostrò che, oltre ad avere esiti spaventosi sulla madre, bisognava spesso ricorrere lo stesso al rivolgimento manuale, al forcipe, e a volte perfino alla craniotomia per estrarre il feto.
Fra gli oppositori della sinfisiotomia troviamo in prima linea l’Accademia di medicina e Jean- Louis BaudeloqueJean- Louis Baudeloque (1746- 1810) fu un ostetrico francese ed ebbe la fama di essere ritenuto il più grande ostetrico dei suoi tempi per le numerose tecniche innovative da lui introdotte. Il suo manuale per le levatrici e il suo trattato per i medici furono ritenuti un modello per questo genere per molto tempo. Dal 1798 fu direttore del nuovo ospedale della Maternité a Parigi., di cui ricordiamo gli studi sulla pelvimetria esterna, secondo cui, misurando dall'esterno circonferenza e diametro del bacino, si presumeva di arrivare a conoscerne le corrispondenti misure interne.
A causa di diverse e potenti opposizioni la sinfisiontomia venne completamente abbandonata nell'Ottocento, fatta eccezione per la Scuola Napoletana.

Nel XIX venne infatti affermandosi sempre più l’uso del forcipe, in opposizione al ricorso alla sinfisiotomia, anche se spesso questo veniva usato a discapito della vita del feto: è in questo periodo infatti che Assalini creò il forcipe compressore e il craniotomo a trapano.
La conquista più importante di questo secolo fu senza dubbio il taglio cesareo rinnovato: il 21 maggio 1876 fu una data memorabile per la storia dell’ostetricia, grazie all'intervento di Edoardo Porro Edoardo Porro (1842- 1902) è stato un ostetrico- ginecologo italiano e un professore (prima a Pavia, poi a Milano); fu il primo a praticare con successo l'amputazione utero-ovarica a seguito del taglio cesareo. che ebbe il merito di ridurre la mortalità del taglio cesareo.
Sempre all'Ottocento risalgono gli studi di Gian Battista FabbriGiovan Battista Fabbri (1806- 1874) è stato un medico italiano, docente di chirurgia e ostetricia all'Università di Bologna. Si è interessato anche di ortopedia, di cui è stato tra i precursori, e di patologia ostetrica: Fabbri indagò le cause e le conseguenze della morte endouterina del feto. e di Giovanni InverardiGiovanni Inverardi (1854- 1899) chirurgo e ostetrico italiano, è ricordato per le sue ricerche su argomenti, al suo tempo, di grande attualità come il parto podalico, le viziature pelviche e l'uso del forcipe. A Padova dette un decisivo impulso alla moderna strutturazione della clinica ostetrica e ginecologica: divenne infatti Preside della Facoltà di medicina e chirurgia.; Fabbri è ricordato per essere stato il primo ad avvalersi delle forme di gesso nello studio della conformazione del bacino, Inverardi fu invece il primo a modellare lo scavo pelvico sia in condizioni normali sia in quelle patologiche, studi che servirono poi per la compilazione della sua corretta ma poco conosciuta monografia Il meccanismo del parto [...].

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william Smellie

# Traite de La Theorie Et Pratique Des Accouchemens [...], Parigi, 1771.

Grazie ai numerosi anni di esperienza e di osservazione scientifica, Smellie, in quest'opera, descrive con precisione il procedimento del parto. Il libro parla sia di parti naturali, sia di parti con complicazioni. La prima edizione francese del Traité de la Theorie et pratique des accouchemens, è stato pubblicato nel 1754, due anni dopo la prima edizione inglese.
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