Anatomia

L'anatomia nel XVI secolo: Vesalio e Berengario da Carpi


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    Mondino dei Liucci

    Anatomia Mundini [...], Marpurgi, 1541.

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    Mondino dei Liucci

    Anatomia Mundini [...], Marpurgi, 1541.

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    Berengario da Carpi

    Isagogae breves, Bologna, 1523.

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    Andrea Vesalio

    De humani corporis fabrica, Venezia, 1568.

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    Andrea Vesalio

    De humani corporis fabrica, Venezia, 1568.

L’anatomia compì i primi passi significativi nel XVI secolo: il Rinascimento vide infatti rifiorire le scienze anatomiche, soprattutto in Italia, dove era facile avere a disposizione dei cadaveri; infatti era qui permesso ai giudici scegliere la pena di morte dei condannati e talvolta andare incontro alle richieste dei medici, affinché il corpo si preservasse meglio allo scopo. E' dunque su persone condannate a morte che inizialmente venivano praticate le ricerche anatomiche: la dissezione all'epoca era ritenuta un aggravamento della condanna, ed un mezzo di diversificazione sociale, praticata appunto su soggetti ai margini della società.

Nel '500, grazie agli studi innovativi di Andrea Vesalio Andrea Vesalio (1514- 1564), fiammingo, discendente da una famiglia di medici illustri di origine tedesca, è considerato l’innovatore geniale degli studi anatomici. La sua carriera medica vera e propria iniziò a Padova, e raggiunse l’apice con la pubblicazione del De humani corporis fabrica, scritto a 29 anni, con cui riuscì a scalzare dalla base le affermazioni anatomiche di Galeno, che tutti consideravano canone indiscutibile. l’autorità di Galeno fu messa in discussione, così come le sue osservazioni in campo anatomico, che si scoprì venivano formulate sulla base di dissezioni di animali e non di corpi umani.
Nella sua opera monumentale, De humani corporis fabrica (Basilea 1543), Vesalio descrisse lo scheletro umano, il sistema sanguigno e nervoso, il sistema digerente e riproduttivo, dedicandosi infine alla descrizione nel dettaglio della cavità toracica e del cervello. Questo volume fu reso ancora più prezioso dalle incisioni di un grande artista, Jan Stephan van Calcar, scolaro di Tiziano, che certamente studiò attentamente il cadavere, tanto che alcuni supposero che le sue cognizioni anatomiche fossero ancor più esatte di quelle del medico fiammingo.
L’opera del Vesalio, risultato della critica puntuale dei testi anatomici galenici, non ebbe quell’immediato successo che ci si sarebbe potuto aspettare, le sue affermazioni anzi si vennero affermando lentamente.
Il testo di Vesalio sarebbe stato più volte ripreso e rimaneggiato, come nel caso clamoroso di Juan Valverde de AmuscoJuan Valverde de Amusco, nacque in Spagna intorno al 1820; altri dati relativi alla sua biografia sono incerti. Studiò in Italia, probabilmente a Padova, dove fu allievo di Realdo Colombo. A Roma nel 1556 fu stampata la sua Historia de la composición del cuerpo humano con incisioni quasi interamente copiate da quelle del De humani corporis fabrica, contribuendo a diffondere nei paesi di lingua spagnola l'opera del Vesalio..

Il più valido precursore del Vesalio fu invece Berengario da CarpiBerengario da Carpi, pseudonimo di Jacopo Barigazzi, (1460 circa- 1530) fu un medico italiano, professore a Bologna dal 1502 al 1522. Egli cominciò giovanissimo a esercitare l'arte chirurgica sotto la guida del padre; si occupò anche di chirurgia ostetrico- ginecologica, eseguendo numerosi interventi sull'utero. Tuttavia egli è ricordato per gli studi anatomici, soprattutto del cuore e del cervello (fu un sostenitore della craniotomia).: ricercatore attento e paziente, fu il primo a corredare le sue opere di incisioni esplicative e a interessarsi in maniera accurata dell’anatomia del cervello e del cuore, del quale si occupano le sue Isagogae breves (1521). Berengario è ricordato anche per i Commentaria cum amplissimis additionibus super Anatomia Mundini, un volume di 528 carte in cui si dedicò allo studio dell’Anatomia di MondinoMondino de' Liuzzi (1275- 1326) è stato un anatomista italiano, laureato in medicina all'ateneo bolognese intorno al 1292. Mondino fu il primo anatomista che riprese la pratica delle dissezioni del corpo umano, introdotta da Erofilo nel III secolo a.C. L'esempio di Mondino fu presto imitato dai maggiori esponenti di medicina delle altre principali università europee. , anatomista italiano del XIV secolo, ricordato per aver ripreso la pratica della dissezione del corpo umano che, introdotta da Erofilo nel III sec. a.C., era stata poi abbandonata.
La sua Anatomia (1316) fu infatti scritta e pensata come un manuale di dissezione per i suoi studenti di medicina, che fu utilizzato per intere generazioni.

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Berengario da Carpi

#Isagogae breves, Bologna, 1523.

Le Isagogae breves costituiscono uno scorrevole compendio illustrato di medicina in cui Berengario condensò tutte le sue conoscenze anatomiche.
In quest'opera egli inoltre espose i procedimenti per la dissezione pubblica stabiliti da Mondino
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Juan Valerde de Hamusco

#Vivae imagines partium corporis humani aeris formis expressae, Anversa, 1566.

In quest'opera sono presenti numerose illustrazioni, copie esatte delle tavole del De humani corporis fabrica di Vesalio.
Le immagini furono realizzate dal pittore e scultore Gaspar Bacerra (1520- 1570).
Quest'opera ovviamente infastidì il Vesalio, che classificò Valverde come un medico ignorante in materia di dissezione.

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Mondino de Liucci

#Anatomia, Marpurgi, 1541.

Quest'opera, di cui la prima edizione risale al 1316, venne considerata di fondamentale importanza fino alla seconda metà del XVI secolo.
Considerata il primo vero e proprio trattato di anatomia, l'Anatomia di Mondino conobbe grandissima diffusione.
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Andrea Vesalio

#De humani corporis fabrica, Venezia, 1568.

Parte della fama del De humani corporis fabrica di Vesalio è dovuta alle tavole illustrate: si racconta che il Vesalio stesso sorvegliò attentamente l’esecuzione delle incisioni che furono fatte a Venezia e la loro spedizione al tipografo svizzero; scelse di persona la carta per il suo libro e si compiacque della bellezza del frontespizio, nella quale viene rappresentato nell'atto di dissezionare un cadavere durante una lezione pubblica.