Emilio Alfieri
La Milano di Emilio Alfieri

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    Emilio Alfieri

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    Clinica "Luigi Mangiagalli"

    Anni '40

«In ogni occasione […] la vita del medico, carica di tante fatiche, irta di tante difficoltà, ricca di preoccupazione e di dubbi, e cosparsa di non rari dolori, è pur sempre circonfusa di una luminosa aureola di bontà, a cui ben pochi altri esseri umani sono in grado di aspirare» (E. Alfieri, La falange della bontà: l’ideale profondamente umano della medicina, Fidenza, Tip. A. Mattioli, 1938, p.6).
E' con queste parole che Emilio Alfieri parla della sua vita da medico: nato a Milano il 13 dicembre 1874, laureato in medicina a Pavia nel 1898, si dedicò al suo lavoro, sempre con grande passione, fino al 1949, anno della sua morte improvvisa.

Il contesto sociale in cui Alfieri si mosse fu sicuramente determinante per il successo della sua carriera accademica: Milano vantava infatti una lunga esperienza nel campo dell’assistenza ostetrica ospedaliera, culminata con la creazione dell’Istituto ostetrico- ginecologico nel 1906, a opera di Luigi MangiagalliLuigi Mangiagalli (1849- 1928) fu un ginecologo e un ostetrico italiano. Fondò diverse istituzioni a tutela della maternità, fra cui, nel 1906, a Milano, la Clinica Ostetrica- ginecologica, destinata anche alla formazione specialistica dei medici laureati.Fu sempre di Mangiagalli l’idea di fondare a Milano un’università completa, progetto che verrà portato a termine nel 1923 con la creazione dell’Università degli Studi di Milano, di cui Mangiagalli fu il primo rettore. Egli fu inoltre senatore e sindaco di Milano..
L’Istituto, nel progetto ambizioso di Mangiagalli, doveva rispondere a tre funzioni, l’assistenza alle donne in attesa, l’istruzione alle levatrici e il perfezionamento dei medici laureati; progettato per il ricovero di circa 200 ammalate e per l’alloggio di 18 medici, 7 levatrici, 12 suore, 40 allieve e 55 persone di servizio, si trattava per l’epoca di un edificio imponente, dotato di modernissimi laboratori, curato nei minimi dettagli, fornito degli impianti più originali di riscaldamento ed illuminazione e degli strumenti tecnici più all’avanguardia. Luigi Mangiagalli ne tenne la direzione fino al 1925 e alla fine del 1927 gli succedette Emilio Alfieri, suo allievo, precedentemente collaboratore della Clinica Ostetrico- Ginecologica dell’Università di Parma e della Clinica di Pavia, dove fu abilitato anche alla libera docenza.
Nel 1915 Alfieri era stato inoltre chiamato alla Direzione della Scuola di Ostetricia dell’Università di Perugia, dove era stato incaricato dell’insegnamento dell’Ostetricia alle levatrici, meritando in seguito il titolo di "Professore straordinario". Sempre in questi anni divenne professore di Clinica ostetrico- ginecologica anche presso l’Università di Cagliari.

Alfieri tornò dunque a Milano alla fine degli anni Venti del Novecento, periodo in cui il fascismo aveva consolidato il suo regime ed utilizzava l’ostetricia come uno strumento di propaganda per la politica demografica, puntando tutto sulla riduzione della mortalità infantile e sul miglioramento delle condizioni delle gestanti, delle partorienti e delle puerpere: Alfieri si inseriva in questo quadro con il suo impegno nella difesa della maternità e nella lotta contro l’aborto, pratica in rapido aumento.
Milano era sede in questi anni di numerose istituzioni sanitarie: nel 1925 venne fondata l’Opera nazionale maternità e infanzia, di cui lo stesso Alfieri fu un fervido sostenitore, contribuendo a portare l’attenzione sulla necessità di tutelare madri i figli e di potenziare l’assistenza ai neonati.

A Milano inoltre era sempre più frequente il parto in ospedale, sull’esempio delle città più avanzate, motivo per cui la Clinica ostetrico- ginecologica aumentò, sotto la Direzione di Alfieri, i posti letto, riservandone alcuni esclusivamente al ricovero delle gestanti tubercolose.
Alfieri nel 1928 inaugurò anche l’Ambulatorio ostetrico- ginecologico, teatro di una fervida attività, tale che nel corso di tre anni vennero visitate più di 5.000 pazienti.
Nello stesso anno fu aperto anche l’Istituto nazionale Vittorio Emanuele III per lo studio e la cura del cancro, di cui la sezione ginecologica fu affidata ad Emilio, che in questi anni ebbe modo di occuparsi del cancro all’utero, per il quale aveva perfezionato alcune tecniche operatorie.
Nel 1934 a Milano fu istituito anche un Centro diagnostico profilattico contro le malattie veneree e nel 1940 si creò il Centro per lo studio e la cura della sterilità coniugale, argomento a cui Alfieri dedicò diversi trattati.
Negli anni '40 l’attività della Clinica Mangiagalli si fece imponente, ma venne fermata dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.