Embriologia

Embriologia. Le origini


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    Girolamo d'Acquapendente

    De formato foetu liber, Leida, 1738.

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    Girolamo d'Acquapendente

    De formato foetu liber, Leida, 1738.

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    Girolamo d'Acquapendente

    De formato foetu liber, Leida, 1738.

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    Girolamo d'Acquapendente

    De formatione ovi et pulli, Lione, 1738.

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    Girolamo d'Acquapendente

    De formatione ovi et pulli, Lione, 1738.

L’embriologia, ossia lo studio della formazione dell’embrione e del suo sviluppo, fu oggetto di interesse fin dai tempi più antichi. L’osservazione dei fenomeni di riproduzione fu subito estesa, oltre che all’uomo, a tutti gli altri animali, soprattutto agli organismi viventi poco complessi, venendo a creare l’embriologia comparata, disciplina di fondamentale importanza per la conoscenza dei processi di sviluppo umano, viste le analogie con organismi meno articolati.

Anticamente, una delle prime teorie in ambito riproduttivo fu ideata da AristoteleAristotele (384- 83 a.C.- 322 a.C.) fu uno dei più grandi filosofi dell'antichità. La sua attività di ricerca prevedeva studi di metafisica, fisica, biologia, etica, psicologia, retorica e logica. Con le sue opere venne a creare una vera e propria enciclopedia del sapere., che nel suo De animalibus espose la propria idea di generazione, secondo cui l’embrione era frutto dell’incontro fra il seme maschile e il sangue mestruale: la materia venutasi così a creare assumeva sembianze umane al quarantacinquesimo giorno di gravidanza in caso di sesso maschile, al novantesimo se il sesso era femminile. Aristotele inoltre descrisse lo sviluppo delle uova di gallina, studio effettuato anche da IppocrateIppocrate (460 a.C. circa- 370 a.C. circa), maestro di medicina in Atene e in Tessaglia fu ritenuto non solo il più grande medico dei suoi tempi dai suoi contemporanei, ma è anche considerato il fondatore della medicina scientifica., che aveva formulato a sua volta una teoria sulla generazione, che prevedeva la presenza di due semi, maschile e femminile, e che affermava dunque l’equilibrio dei sessi, almeno per quanto riguardava il processo riproduttivo.
Intermedia fra la posizione ippocratica e quella aristotelica può essere considerata la teoria di GalenoGaleno (130 circa- 200 circa), fu medico e filosofo di origine greca. La sua dottrina e le sue enunciazioni nel campo dell’anatomia, della fisiologia, della patologia e della terapia ebbero fino al Rinascimento indiscusso dominio., secondo cui la donna contribuiva alla formazione dell’embrione con un seme proprio, ma più imperfetto di quello dell’uomo.

Le teorie sulla generazione progredirono solamente durante il Rinascimento, grazie all’operato di illustri studiosi come Giulio Cesare AranzioGiulio Cesare Aranzio (1530- 1589) è stato un medico italiano e un docente di anatomia umana all'Università di Bologna. Il suo De humano foetu fu un trattato fondamentale per l'avanzare degli studi di fisiologia della generazione e della gravidanza, scritto sulla base di una diretta osservazione anatomica., che, nel suo De humano foetu opusculum (1564), fu il primo a dare una descrizione esatta del feto, delle sue connessioni con l’utero e della sua nutrizione; la sua attenzione era rivolta soprattutto alla placenta, di cui individuò la funzione nutritiva e purificatrice. Quest’opera costituisce inoltre un breve trattato di fisiologia della generazione e della gravidanza, basato su una diretta osservazione anatomica, grazie alla quale condusse importanti studi sui vasi ombelicali e sul loro rapporto con il cuore fetale.

Durante il Rinascimento fu ripresa anche l’usanza di seguire lo sviluppo delle uova a diversi stadi d’incubazione. Fra gli studiosi che adottarono questa pratica bisogna ricordare Girolamo Fabrizio d’AcquapendenteGirolamo Fabrizio d'Acquapendente (1533- 1619), medico e professore nella cattedra di anatomia a Padova, vi costruì il teatro anatomico, l'unico dell'epoca che ancora sia perfettamente conservato. È ricordato soprattutto per le sue ricerche anatomiche, chirurgiche, embriologiche e fisiologiche.: il suo De formato foetu (Venezia, 1600) costituisce il primo trattato di embriologia comparativa, fornendo la miglior rappresentazione (fino a quella data) dell’utero in gravidanza e della placenta, e descrivendo l’anatomia del feto e delle membrane fetali nell’uomo e in diversi animali. Il processo riproduttivo fu studiato dall'Acquapendente anche nel De formatione ovi et pulli (Padova, 1621), in cui si parla della crescita dell’uovo di pollo e del suo sviluppo nell’utero, processo inaccessibile all’osservazione e quindi ricostruito per analogia.
Entrambe le opere dell’ Acquapendente sono corredate di disegni, anche se questi non erano integrati con il testo e spesso mancavano di indicazioni per una corretta interpretazione.

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Girolamo d'Acquapendente

#De formato foetu liber in Opera omnia anatomica et physiologica, Leida, 1738.

Il De formato foetu rappresenta un fondamentale testo di embriologia comparata, in cui l'Acquapendente non arrivò a scoprire la struttura vascolare fetale, ma descrisse la placenta in vari animali e ne presentò una classificazione nelle sue varie forme.


Nell'opera omnia è presente anche un altro importante trattato, il De formatione ovi et pulli

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Aristotele

#Libri omnes [...], Lione, 1560.

Nell'Opera omnia di Aristotele sono presenti tre dei suoi più importanti lavori nel campo dell'embriologia: il De generatione animalium, l'Historia animalium e il De Partibus animalium.
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