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Il forcipe. una storia lunga secoli

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    William Smellie

    A sett of anatomical tables [...], Londra, 1754.

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    William Smellie

    A sett of anatomical tables [...], Londra, 1754.

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    William Smellie

    A sett of anatomical tables [...], Londra, 1754.

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    Jan Palfijn

    Anatomia chirurgica [...], Venezia, 1792.

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    Andrè Levret

    L'art des Accouchemens [...], Parigi, 1766.

Il XVII secolo, nella storia dell’ostetricia, segna un avvenimento importante: l’invenzione e la diffusione del forcipe, strumento in grado di estrarre il feto vivo in caso di anomalie durante il decorso del parto.
Nel 1647 la famiglia Chamberlen realizzò il primo forcipe, che presentava una curvatura per il capo, sulla base dell’idea di P. Franco del 1576: egli aveva immaginato infatti uno strumento a tre valve per estrarre la testa del feto.
Il segreto del forcipe fu conservato gelosamente nella famiglia Chamberlen per anni e lo strumento non veniva mostrato a nessuno; Ugo Chamberlen vendette infine lo strumento in Olanda a Ruggiero Roonhuysen e in seguito il segreto fu rivelato a vari medici ma ci vollero quasi cinquant’anni prima che il forcipe divenisse di uso comune.
Il forcipe venne perfezionato da Jan Palfijn Jan Palfijn (1650-1730) fu un anatomista e chirurgo fiammingo, ideatore di un particolare modello di forcipe. Nel corso dei suoi studi condusse numerose osservazioni sugli organi genitali e riproduttivi femminili., e poi dai due Gregoire, padre e figlio, che modificarono questo strumento facendogli assumere le forme da noi conosciute.
In questo stesso periodo Jacques Mesnard scrisse un manuale per le levatrici (1743) nel quale si trovavano già esposte le tecniche delle applicazioni del forcipe. Si tratta di un trattato a domanda e risposta in forma popolare per levatrici.

Nel Settecento Andrè LevretAndrè Levret (1703- 1780), fu uno degli ostetrici francesi più conosciuti del suo tempo. Fu autore di numerose opere sull'insegnamento ostetrico, in cui si occupò della tecnica del forcipe, del rivolgimento e dell’estrazione del feto. Grazie alla sua abilità assistette perfino alla nascita di Luigi XVI. si occupò con successo del perfezionamento del forcipe ed è ricordato per l’elaborazione di un forcipe lungo, di cui la nuova curvatura riproduceva l’asse del bacino.
Sempre in questo secolo venne creata da Hendrik van Roonhuysen una particolare leva ostetrica che posizionava la testa del bambino nella giusta posizione, che venne donata all’imperatrice Maria Teresa d’Austria nel 1772, e poi all’Ospedale Maggiore di Milano. Lo strumento fu ritrovato due secoli dopo da uno studente sul fondo di una cassetta per la frutta nei solai della Clinica.

Nell’ Ottocento altri strumenti vennero proposti da William Smellie, che creò il forcipino dal manico corto all’inglese, e da William Hunter, di cui ricordiamo i stupendi disegni di anatomia e gli studi sullo sviluppo delle membrane, sulle modificazioni dell’utero gravido e sul cordone ombelicale.
William Smellie William Smellie (1697- 1763) fu un ostetrico, famoso al punto di fondare una scuola con delle proprie tendenze. I suoi scritti poggiano su 40 anni di esercizio pratico e contribuirono allo studio del meccanismo del parto (sia nel bacino normale sia in quello viziato), al perfezionamento del taglio cesareo, e all'applicazione del forcipe. Fra le sue opere viene ricordato soprattutto un atlante, le cui tavole sono da ammirare per la precisione dei disegni. e William HunterWilliam Hunter è stato un anatomista e ostetrico scozzese. Fu anche un chirurgo rinomato e medico personale della regina d'Inghilterra; la sua opera Anatomy of the human gravid uterus (in latino e in inglese, 1774), è il suo lavoro più conosciuto. sono inoltre ricordati per le loro opere, che, con le loro immagini, ci danno modo di prendere visione degli strumenti da loro proposti.
Smellie nello specifico espose le regole di utilizzo del forcipe con precisione, a seconda delle diverse posizioni del capo.
A Milano nel 1812 Paolo Assalini Paolo Assalini (1759- 1846) fu un chirurgo e un patologo italiano. Fu medico nell'esercito napoleonico, chirurgo alla corte di Napoleone, professore di chirurgia e ostetricia a Milano, e di clinica chirurgica a Catania (dal 1824). propose un forcipe dalle particolari caratteristiche, reso unico dall’assenza di manico, il cui modello venne ripreso solo nel 900.

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Andrè Levret

#L'art des Accouchemens, Parigi, 1766.

Andrè Levret è ricordato per il suo approccio razionale alle operazioni ostetriche, descritte in quest'opera. La procedura classica nella presentazione podalica era infatti chiamata la manipolazione "Mauriceau-Levret", dal suo nome e quello del medico Mauriceau François (1637-1709). Ha pubblicato numerose altre opere in ostetricia e attratto in Francia studenti provenienti da tutta Europa.

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William Hunter

#Anatomia uteri humani gravidi tabulis illustrata [...], Londra, 1774.

In quest'opera di Hunter possiamo ammirare i bellissimi studi di anatomia ostetrica sulla caduca, sullo sviluppo delle membrane, sulle modificazioni dell’utero gravido e sulla vescicola ombelicale.
Hunter diventò rivale di Smellie di cui criticò le idee scientifiche, sostenendo che il forcipe facesse più male che bene.
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Jan Palfijn

#Anatomia chirurgica [...], Venezia, 1792.

Quest'opera, uscita nel 1710, costituisce il primo trattato di anatomia chirurgica ed influenzò questo genere per molto tempo a seguire.
Palfijn vi descrisse le parti del corpo umano, le alterazioni degli organi in condizioni di malattia, e i migliori interventi chirurgici adatti alle diverse situazioni.
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William Smellie

#A sett of anatomical tables, with explanations [...], Londra, 1754.

Nel 1754 Smellie pubblicò quest'opera, di cui furono pubblicati solo 100 esemplari, quindi molto rari. Smellie in queste tavole fornì le rappresentazioni più dettagliate e precise del parto al suo tempo. Nella prefazione Smellie sottolinea che «la maggior parte delle figure sono state prese da soggetti preparati apposta, per mostrare ogni cosa che potrebbe condurre al miglioramento del giovane praticante, evitando però l'estremo di minuzie».
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