Infanzia e disabilità

  • Piccolo alpino di Salvator Gotta (Mondadori, 1938) Piccolo alpino di Salvator Gotta (Mondadori, 1938)
  • versione latina di Winnie the Pooh realizzata da A. Lenard (1961) versione latina di Winnie the Pooh realizzata da A. Lenard (1961)
  • numero 72 della rivista Cultura e Scuola numero 72 della rivista Cultura e Scuola
  • copertina del volume collettivo Mi riguarda (E/O, 1994) copertina del volume collettivo Mi riguarda (E/O, 1994)
  • Racconti da Shakespeare di C. Lamb  (Mursia, 1988) Racconti da Shakespeare di C. Lamb (Mursia, 1988)
  • copertina della raccolta di racconti L’Astromostro (Feltrinelli, 1980) copertina della raccolta di racconti L’Astromostro (Feltrinelli, 1980)

Dalle ambientazioni esotiche di Salgari alla dura realtà della disabilità del figlio. Un’infanzia vissuta due volte.

È sin da ragazzo che Pontiggia è attratto dalla lettura e dai mondi fantastici creati dai grandi narratori. Mondi pieni di avventure e colpi di scena, mondi come la Malesia di Sandokan.

Confessa infatti che «venni preso da un furioso innamoramento per Salgari. Io e mio cugino Ezio Frigerio ne sceneggiavamo le avventure in giardino: a lui toccava il ruolo di Sandokan, a me quello di Yanez». E molte altre furono le sue letture giovanili e non, da Salvator Gotta alle enciclopedie illustrate, fino alla curiosa versione latina di Winnie the Pooh.

Con il tempo tali letture lasciano spazio a libri e studi piú maturi. E solo la nascita del figlio Andrea le fa riaffiorare, seppur in modo nuovo. Un ritornato interesse per l’infanzia, stavolta in senso piú prettamente pedagogico per far fronte all’educazione e alla formazione del figlio. Un figlio che, per via della sua disabilità, necessita di attenzioni particolari, testimoniate dai diversi volumi sul tema, riviste di educazione, scuola e insegnamento.

Pontiggia si occupa attivamente del problema dell’handicap partecipando alle riunioni della professoressa Morosini e al volume collettivo Mi riguarda. Raccolta di testimonianze sulla disabilità a cui Pontiggia contribuisce con un chiaro messaggio: «accettare la realtà senza volerla modificare con paure e aspettative … perché l’importante non è tanto di fermare l’attenzione su ciò che manca [nel bambino], quanto di sviluppar[n]e le potenzialità che esistono».

Nascita del figlio che lo riavvicina anche al suo lato fanciullesco piú puro. Acquista infatti diversi volumi di favole, di racconti adattati per i bambini, ricchi di colorate illustrazioni. Dai miti greci raccontati da N. Hawthorne a Shakespeare ridotto a racconti. E inizia lui stesso a scrivere racconti per l’infanzia come Cichita la scimmia parlante e Il nascondiglio. Il primo pubblicato da Lisciani e Zampetti, il secondo inserito nell’antologia di racconti l’Astromostro.