Le testimonianze delle guarigioni e delle offerte dei fedeli ritrovate nei rilievi in pietra, in epigrafi, ex voto e in registri santuariali conservati in appositi repositori ubicati nei pressi del tempio dedicato ad Asclepio nella città di Epidauro, raccontano con dovizia di particolari, a volte con ricostruzioni fiabesche, le esperienze vissute dai malati.
Fonti di particolare interesse sull’argomento risalgono al II sec. d.C.: la Cronaca di Epidauro, raccolta di epigrafi votive, delle quali ci dà notizia Pausania, rinvenuta nelle stele che descrivono le guarigioni ad opera della divinità, e i Discorsi sacri di Publio Elio Aristide.
Una delle pratiche eseguite all’interno del luogo consacrato al dio, raccontate nelle fonti, era l’incubazione onirica, o terapia dei sogni, che consisteva nell’indurre il malato allo stato dormiente per favorire sogni dal significato profetico o curativo. L’apparizione del dio Asclepio durante il sonno permetteva alla mente del dormiente di entrare in contatto con energie con le quali il cosciente, in condizioni di lucidità, non avrebbe potuto relazionarsi, conducendolo direttamente alla guarigione oppure a seguire i rimedi indicati dalla divinità.