I contemporanei del futuro
Viaggio nei classici, alla scoperta della loro origine e del loro significato. Una passeggiata tra 99 brevi recensioni, 99 maestri che continuano a vivere ed insegnare.
Chi sono i classici? Quale senso hanno oggi? Sono queste le domande a cui Pontiggia cerca di rispondere in questo volume, guardando i classici da angolazioni nuove e riportandoli al centro di un dibattito che ha perso di vitalità.
Pontiggia esplora cosí, nell’ampio saggio iniziale, l’etimologia del termine classico. Un termine che in origine era legato alla prima classe della popolazione di Roma e per analogia applicato all’esercito. Un termine che rievoca i concetti, oggi fortemente in crisi, di canone e tradizione. E arriva a rispondere che classici sono quei libri che in qualche modo ci sono familiari, libri sempre aperti all’interrogazione. E ci incoraggia a leggerli, nonostante la progressiva emarginazione che vivono.
C’è in queste pagine la forte «preoccupazione che il superamento della tradizione umanistica conduca al superamento dei valori». Una deriva che Pontiggia vuole assolutamente evitare, invitandoci ad avvicinare i classici, non piú modelli è vero, ma ancora vitali, ancora pieni di sapienza imprevista. Invitandoci a «farci noi contemporanei dei classici individuando in essi una riserva di quei valori di cui il nostro mondo sembra carente».
Segue, nella seconda parte, un vero e proprio viaggio attraverso 99 brevi recensioni a testi antichi e qualche escursione tra i moderni. Brevi recensioni scritte per Panorama, tra novembre 1993 e marzo 1998, e per il Corriere della Sera tra aprile 1978 e maggio 1992. Una galleria di elzeviri in miniatura tratteggiati con leggerezza autoironica, «fulminanti giudizi critici, argute impennate polemiche».
Una difesa a spada tratta dei classici e della tradizione, dei valori e della cultura. Una difesa condotta da un uomo del nostro tempo, un uomo che merita di essere considerato già un classico della contemporaneità.