I Libri dei segreti

I libri dei segreti. Alessio Piemontese e Girolamo Ruscelli


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    Giambattista della Porta

    La fisonomia [...], Venezia, 1608.

Nel 1555 comparvero a Venezia i Secreti di Alessio Piemontese, che ebbero un tale successo da essere considerati il più famoso libro di segreti e il prototipo di tutte le opere di questo genere. «Sinceramente, non mi metterei (per l’età e la disposizione, sia fisica sia mentale, in cui mi trovo) a scrivere favole e menzogne [...] Non vi è nulla in questo libro che non sia vero e sperimentato» scriveva Alessio nella prefazione dei suoi Secreti (Secreti, A’ lettori; trad. William Warde, Secrets (1558), “Al lettore”, fol. *ii.)
Quali erano i segreti di Alessio?
Delle 350 ricette contenute nella prima edizione, 108 erano prescrizioni medicinali, che prevedevano l’utilizzo di ingredienti che non sarebbero mai comparsi in una farmacia rispettabile, come denti di cinghiale, pelle di cane e «sterco di asino nero, se riuscite a trovarlo; altrimenti anche bianco va bene».
Le ricette di Alessio, spesso dettagliate e complesse, erano per lo più cure per malattie comuni come ustioni, morsi, mal di denti, irritazioni, ferite, mal di stomaco, emorroidi, febbre, verruche e rabbia; Alessio forniva anche 26 ricette per curare la peste, una delle malattie più temute all’epoca.
Un terzo dei Secreti era invece dedicato all’economia domestica, con istruzioni per realizzare profumi, saponi, cosmetici, ma anche conserve e confetture; l’ultimo capitolo dei Secreti riguardava l’alchimia e la metallurgia, con descrizioni dettagliate di operazioni tecniche tipiche dei laboratori del XVI secolo, e ricette alchemiche che descrivevano le tecniche di pittori, gioiellieri, fabbri e creatori di sigilli.
Ma chi era in realtà Alessio Piemontese?
Sono in molti a sostenere che Alessio fosse in realtà Girolamo Ruscelli Girolamo Ruscelli (1518- 1566) scrittore famoso e rispettato nell’Italia del XVI secolo, fu un collezionista di segreti alchemici, medici e tecnologici. Curò diverse edizioni di classici italiani, scrisse sull'uso della lingua italiana e sul modo di comporre versi., come affermato da egli stesso nel proemio dei Secreti nuovi, un compendio di oltre mille ricette, pubblicato postumo nel 1567.
Ruscelli nel proemio spiegava inoltre che sia quest'opera, sia i Secreti contenevano ricette testate da un'accademia sperimentale, da lui fondata vicino Napoli nel 1540 circa, chiamata Accademia Segreta, in quanto i membri avevano giurato di non rivelarne l’esistenza «perché per renderla perfetta, avremmo potuto farlo più tranquillamente senza venire disturbati, attaccati o afflitti tutto il tempo da questo e quell’altro che accorrono a vederla». (Secreti nuovi, fol. 5r.).
Requisito fondamentale dell’accademia era che ogni esperimento veniva eseguito 3 volte prima di venire approvato, per garantirne la riuscita dei segreti.
La maggioranza delle operazioni descritte nei Secreti nuovi era di natura alchemica, in cui la distillazione occupava un posto rilevante, poiché era considerata capace di catturare l’essenza delle cose e di rivelare analogie con eventi naturali e celesti.