I Libri dei segreti

I libri dei segreti e la medicina


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    Arnaldo da Villanova

    Hec sunt opera [...], Venezia, 1505.

Ricette medicinali magiche ed esperimenti si ritrovano in molteplici manoscritti medievali e sono numerosi soprattutto nel XIV e XV secolo.
Gli studiosi medievali usavano la parola experimentum per riferirsi alla conoscenza conseguita attraverso osservazioni dirette, in opposizione alle verità dimostrate in maniera teorica: affermare che qualcosa era stato dimostrato per experimentum voleva dire che era stato verificato alla presenza di testimoni.
Gli esperimenti furono presto ricollegati alle pratiche popolari, alle tradizioni occulte, e ai rimedi usati dai guaritori popolari in opposizione alla medicina accademica, che richiedeva un alto grado di abilità nel trattare concetti astratti e sistemi teorici.
I professori delle facoltà di medicina svilupparono ingegnose ipotesi per spiegare l’origine delle malattie e l’azione dei medicinali, ma le loro teorie avevano una scarsa influenza sulla pratica medica.
Anche se teorizzavano l’azione dei composti medicinali, i medici accademici sottoscrivevano ricette diverse ai pazienti, che venivano registrate su libri di experimenta.
Questi rimedi empirici somigliavano poco alle cure prescritte nei trattati di medicina ufficiali, poichè i medicinali venduti in farmacia erano ottenuti seguendo i principi della farmacopea classica e la loro composizione era severamente sorvegliata da medici e farmacisti, che facevano parte di un corpo direttivo comune.

Gli experimenta annotati da Arnaldo da Villanova Arnaldo da Villanova (1240circa- 1311), professore di medicina a Montpellier, realizzò un sistema scientifico basato su una dottrina umorale, che gli permise di determinare a livello teorico medicinali “razionali” per le malattie.rappresentano bene questa tendenza: egli, sebbene avesse teorizzato un sistema scientifico che circolava negli ambienti dotti, nella vita quotidiana applicava tuttavia una dottrina sperimentale, fondata su esperimenti privati e rapporti di eventi isolati, entrati presto a far parte di ciò che gli scolastici chiamavano “segreti”, poiché al di fuori della scienza accademica.
Arnaldo non fece nessun tentativo per dimostrare l’azione dei suoi experimenta, semplicemente ammise che tali ricette avevano fondamenta che non avrebbe potuto essere dimostrate dalla ragione.
Non essendo in possesso di dimostrazioni egli registrò solamente esempi di cure condotte con esito positivo: «Curai il Lord Jacob della sua infermità», «Io provai questo su di un certo Cardinale di Ostia», o «provai questo una volta e molte volte su me stesso».
L'impegno di Arnaldo sul fronte della medicina ufficiale e della chimica è invece testimoniato dalla sua Praxis medicinalis, opera in cui si dimostra un acuto osservatore delle patologie umane.

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Arnaldo da Villanova

#Hec sunt opera Arnaldi de Villanoua [...] in hoc volumine continentur, Venezia, 1505.

L'impegno di Arnaldo da Villanova sul fronte alchemico- sperimentale è testimoniato nel Fondo Alfieri da un'edizione da un'Opera omnia, in cui sono conservate le sue più importanti opere nel settore della medicina empirica.
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Nel Fondo è conservata anche una copia del famoso Praxis medicinalis, Lione, 1586.