La polemica con Dante

L’attenzione degli studiosi moderni si è soffermata soprattutto sulla polemica con Dante, suo contemporaneo: l’atteggiamento di Cecco non fu ispirato da invidia, come si è creduto in passato, ma da una diversa impostazione di pensiero e dal bisogno di difendere l’astrologia dalle limitazioni cui Dante l’aveva sottoposta. Cecco organizzò addirittura i capitoli con la stessa forma metrica della Commedia, le sestine di endecasillabi, scegliendo però uno schema che rende l’Acerba, l’“Anti Commedia” nei contenuti e nella forma. Se da un lato Cecco aveva un intento divulgativo simile a quello di Dante, volto a favorire coloro che non conoscono il latino, dall’altro vivacizzava una materia incomprensibile e astratta, esprimendo un continuo dissenso verso Dante, reo, a suo dire, di aver trascurato la scienza in favore delle fabule.

I versi contro Dante: Cecco d’Ascoli, Acerba, Venezia, Filippo di Pietro, 1476, carta n6r