L’Acerba
Oggi quasi ignoriamo quest’opera, che tuttavia godette di grande successo nel Quattrocento, con ben 12 edizioni dalla sua prima stampa alla fine del secolo. Per avere un’idea del successo dell’Acerba, dall’Incunabula Short Title Catalogue (ISTC) sappiamo che, nel medesimo periodo, della Divina Commedia di Dante esistono 15 edizioni e del Canzoniere di Petrarca 10.
L’edizione del 1476 è la prima datata, ma l’editio princeps, priva di note tipografiche, è presumibilmente datata 1473-74 e attribuita al tipografo bresciano Tommaso Ferrando. Oltre all’edizione del 1476, nel catalogo BEIC è possibile consultare quelle del 1478, 1481, 1484 (due in realtà le edizioni di quest’anno, una veneziana e una milanese), 1487, 1492, 1496; e l’edizione commentata del 1550.
Il significato del titolo è stato a lungo di origine incerta: solo in tempi recenti un attento esame delle fonti manoscritte ha chiarito che il termine Acerba è una riduzione del titolo completo, Acerba etas, intesa come la vita mondana, in opposizione alla vita in età matura o a quella perfetta dopo la morte.
Cecco d’Ascoli, Acerba, Venezia, Filippo di Pietro, 1476, carta a1r