Testi per levatrici

Da "comari" ad ostetriche


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    Louis Baudelocque

    Elementi dell'arte [...], Napoli, 1788.

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    Louis Baudelocque

    Elementi dell'arte [...], Napoli, 1788.

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    Louis Baudelocque

    Elementi dell'arte [...], Napoli, 1788.

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    Eucharius Rösslin

    De partu hominis [...], Parigi, 1586.

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    Eucharius Rösslin

    De partu hominis [...], Parigi, 1586.

Per lungo tempo il parto venne considerato un affare prettamente femminile, da cui gli uomini, compresi i medici, andavano esclusi.
Protagoniste al momento del parto erano le cosiddette “mammane” o “comari” che, grazie a pratiche tramandate di generazione in generazione, si destreggiavano anche in parti difficili, accompagnando il travaglio con invocazioni e rituali per allontanare la sventura. Tale era la fortuna di queste figure che queste erano istruite anche nell’impartire il battesimo ai bambini qualora la situazione lo richiedesse, infatti nel Fondo sono presenti 13 titoli riguardanti il battesimo in relazione al parto.

La letteratura del ‘500 nel campo dell’ostetricia merita un cenno speciale perchè nel 1513 compare a Strasburgo il libro di Eucharius RösslinEucharius Rösslin, conosciuto anche come Eucario Rodione, (1470- 1526), è stato un medico tedesco, autore nel 1513 di un testo di ginecologia intitolato Der Rosengarten ("Il Giardino delle rose") che divenne un testo di riferimento per le levatrici e le ostetriche. intitolato Der Swangern Frawen und Hebammen Rosengarten ("Il giardino delle rose"), reso importante dal fatto che per la prima volta un medico si rivolgeva alle levatrici in lingua volgare.
Al XVI secolo risalgono anche le figure di Scipione Mercurio, la cui opera, La commare o raccoglitrice, rimase un canone per quasi di 150 anni, e di Louise Bourgeois detta “Boursier”, conosciuta come la levatrice più celebre del suo tempo, addetta perfino alla persona della regina Maria de’ Medici; fra le sue opere la più importante è Sulla sterilità, fecondità, parti e malattie delle donne e dei neonati, pubblicata nel 1609 e dedicata alla regina.

Nel Settecento iniziò la formazione su base scientifica delle levatrici e all’epoca venne ritenuto opportuno utilizzare nei testi a loro rivolti il metodo dialogistico, cioè a domanda e a risposta. L’esempio più famoso a tal proposito è l’opera di Louis BaudelocqueJean- Louis Baudeloque (1746- 1810) fu un ostetrico francese ed ebbe la fama di essere ritenuto il più grande ostetrico dei suoi tempi per le numerose tecniche innovative da lui introdotte. Il suo manuale per le levatrici e il suo trattato per i medici furono ritenuti un modello per questo genere per molto tempo. Dal 1798 fu direttore del nuovo ospedale della Maternité a Parigi., Principes de l’art des accouchements par demandes et par reponses en faveur des sages- femmes de la campagne, un trattato noto per la chiarezza e la semplicità che rese popolare la metodologia di William SmellieWilliam Smellie (1697- 1763) fu un ostetrico, famoso al punto di fondare una scuola con delle proprie tendenze. I suoi scritti poggiano su 40 anni di esercizio pratico e contribuirono allo studio del meccanismo del parto (sia nel bacino normale sia in quello viziato), al perfezionamento del taglio cesareo, e all'applicazione del forcipe. Fra le sue opere viene ricordato soprattutto un atlante, le cui tavole sono da ammirare per la precisione dei disegni., che in questo secolo modernizzò le pratiche ostetriche in Inghilterra.
Al 700 risale anche il De partu viribus maternis absoluto di Francesco L. G. Solayres, che costituì a lungo una delle opere fondamentali dell’ostetricia.

Fra il XVIII e il XIX secolo dobbiamo ricordare la figura di Maria Luisa LachapelleMaria Luisa Lachapelle (1769- 1821), figlia di Luigi Dugès, officiale di sanità, e di Maria Jonet, levatrice all’Hotel- Dieu, si sposò con il chirurgo Lachapelle. Rimasta vedova si consacrò all’ostetricia e rimpiazzò la madre quando all’Hotel- Dieu fu trasferito l’Istituto all’ospizio di Maternità, dove Baudelocque lavorava come ostetrico., una delle più grandi levatrici, ricordata per aver semplificato il quadro delle presentazioni del feto e del meccanismo del parto, che descrisse in maniera corretta.
Figura importante fu anche quella di Francesco Carlo Naegele Francesco Carlo Naegele (1777- 1851) si dedicò per anni allo studio del meccanismo del parto, che riteneva essere alla base di ogni studio, attorno al quale scrisse opere che rimarranno classiche. Alcune delle idee del Naegele vennero successivamente corrette ma le più rimasero valide negli anni, soprattutto nell’ambito dello studio dell’asse del bacino., considerato uno dei più grandi scrittori di ostetricia: egli scrisse un valido trattato per le levatrici Lehrbuch der Geburtsülfe für Hebammen, portavoce delle sue dottrine che vennero accettate unanimemente.

Alla fine dell'Ottocento era universalmente riconosciuta la necessità di formare le levatrici con testi scientifici e le levatrici stesse diedero un contributo nella stesura di testi per la formazione, anche se in quest'ambito la figura di Cuzzi appare in quegli anni come centrale, ne è prova la fortuna che investì il suo manuale, Trattato di Ostetricia e ginecologia, alla data di pubblicazione.

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Louis Baudelocque

#Elementi dell'arte di raccogliere i parti [...], Napoli, 1788.

In quest'opera Baudelocque cominciando dalle ossa del bacino e dalle articolazioni passa alla descrizione delle fibre dell’utero, del diaframma e dei muscoli addominali, arriva ad esporre l’embriologia. Descrive poi in maniera precisa l’assistenza al parto, traccia le regole del rivolgimento con l’estrazione e dichiara che il forcipe sia lo strumento più utile in ambito ostetrico, mentre rifiuta il parto prematuro provocato, la sinfisiotomia e accetta solo parzialmente il taglio cesareo.

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Eucharius Rösslin

#De partu hominis [...], Parigi, 1538.

All'inizio di quest'opera, qui nell'edizione in latino, si trova una poesia, in cui l'autore parla dell’ignoranza delle levatrici e dichiara invece le proprie competenze. Il libro prosegue poi con 12 capitoli, in cui Rösslin si occupa del feto, del parto naturale e non, del travaglio, degli strumenti e delle varie tecniche operative, dell'allattamento e delle malattie infantili. Questo libro dimostrò che l’ostetricia aveva diritto di esistere come specialità, alla quale si poteva annettere la pediatria.
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