Raffaello Foresi nacque a Portoferraio nel 1820. La sua famiglia era inizialmente di commercianti. La gens di questa famiglia venne per la prima volta menzionata per l’investitura di un Foresi da parte di Carlo magno. Nella metà del 16º secolo, a Portoferraio, il capo di essa venne a contesa con un membro della famiglia dei Medici, uccidendolo, e per questo la famiglia venne bandita dall’isola e si trasferì in Corsica. Nel 1765 nacque a Portoferraio Vincenzo Foresi, che aveva quasi il monopolio dei trasporti mercantili tra l’isola e il continente e divenne consigliere e guida dell’imperatore.
Da Jacopo Foresi e Maria Guarelli nacquero Alessandro e Raffaello Foresi. Fin dalla fanciullezza il Foresi mostrò un amore intenso per lo studio e per le lettere. Il prete Bigeschi lo avviò alla letteratura latina, per mezzo della quale si accese in lui una forte passione per i classici. Dopo aver frequentato L’università di Pisa per studiare lettere, nel 1845 si trasferì a Firenze insieme al fratello Alessandro. Qui fu molto apprezzato per le sue evidenti virtù (tra cui le sue eccezionali doti musicali), tanto da aprirsi fin da subito un ampio spazio tra le persone più dotte e autorevoli della città. Egli fu, infatti, letterato, discreto baritono, buon conoscente di musica e fervido appassionato di mineralogia. Nel 1856 scrisse, con l’appoggio di onorevoli letterati fiorentini, le sue cronache musicali. Nel 1858 insieme al fratello e a Pietro Fanfani fondò Il Piovono Arlotto, e qui videro luce le più belle concezioni del Foresi, rassegne musicali, scritti letterari, scritti politici o di altro argomento.
Nonostante ciò Raffaello Foresi non perse mai di vista la sua isola natia, ma anzi fin dal 1850 non lo aveva mai abbandonato l’idea di creare una raccolta completa di minerali su di essa cosicché si dedicò intensamente agli studi scientifici. Nel 1846 mandò buona parte della sua collezione alla mostra mineralogica di Bologna e nel 1866 i giornali italiani e stranieri stamparono la storia delle sue scoperte sull’età della pietra sull’ isola. Poco dopo a Portoferraio sorgeva il museo Foresi, a cui vi accorsero numerosissimi scienziati e che conteneva la completa collezione di tutti i minerali dell’isola, cui si aggiungeva una vasta raccolta di strumenti dell’età della pietra, del bronzo e del ferro, oggetti di scavo e paleontologici, coppe e avanzi umani e di animali trovati in vetusti sepolcri dell’Elba. Inoltre Raffaello Foresi scoprì un minerale nuovo, denominato appunto “Foresite”, una nuova Zeolite descritta nel 1874 che si trovava a San Pietro.
Morì nel 1876, dopo anni di malattia, lasciando orfano il figlio Mario Foresi. Costui era nato nel 1850, e la madre, probabilmente un’oscura donna del popolo, non fu mai nota. Il rapporto tra Raffaello e Mario non fu facile, essendo la figura della madre inesistente, poichè “un fanciullo senza madre può essere qualche volta un’appendice fastidiosa per un padre erudito”. Tuttavia Foresi conduceva il figlio con sé dovunque andasse, spesso anche dagli uomini dotti e intellettuali che frequentava in quel periodo. Raffaello era “osservatore, scrutatore e scorgeva sintomi psichiatrici a ogni scatto” nei confronti di Mario, che da questa forte premura si ritrovò all’improvviso solo.
Sedici anni dopo la morte del Foresi, il 20 settembre 1892, Leone Damiani dedicò un’effige marmorea a Raffaello Foresi del cui nome fu intitolata la Scuola Tecnica di Portoferraio.