Il balletto classico è la forma teatrale di danza occidentale più formalizzata ed è in grado di narrare storie attraverso un vocabolario di gesti convenzionali, espressi attraverso l’arte della pantomima. Caratterizzata da movimenti del corpo e delle mani e da espressioni del volto, la pantomima ha lo scopo di far comprendere agli spettatori quello che viene narrato sul palco. Poiché la danza, per sua natura, non solo narra, ma simbolizza e comunica in modo empatico, è l’espressività del gesto danzato che più commuove il pubblico, rendendolo partecipe del dramma rappresentato. La pantomima è una vera e propria tecnica, utilizzata dai coreografi e messa in scena dai danzatori. Nonostante la sua origine risalga all’antica Grecia, quest’arte è stata ripresa nelle corti italiane e francesi del XVII secolo. Tuttavia, per secoli, il suo insegnamento non è stato codificato in testi scritti, ma solo attraverso la tradizione orale, come avviene per la gestualità quotidiana di una cultura, per la comunicazione non verbale appartenente a un gruppo sociale. Nel XX secolo, grazie al Tanztheater di Pina Bausch, è proprio il gesto nella sua dimensione quotidiana a divenire materia scenica: non più un linguaggio imposto dal coreografo, ma l’elaborazione del vissuto e delle emozioni di ogni danzatore, che lascia emergere nei movimenti i propri ricordi e la propria immaginazione.