La danza, scevra della sua sensualità immediata, neutralizzata attraverso una infinita serie di regole e prescrizioni, è passata dalla rappresentazione scenica, allo spazio della corte, dove, nel contesto della festa, tutti sono tenuti a partecipare a una recita sociale. Finita l’era delle corti e della nobiltà di nascita, l’uso di ballare durante la festa non è però venuto meno, ed è stato assorbito dalle classi borghesi. Le nuove élites economiche e culturali hanno mantenuto, nella tradizione del ballo, le finalità che abbiamo visto sorgere nella società cortese: partecipare, dimostrando le proprie competenze nel ‘linguaggio’ della danza, è un modo per presentarsi in società e mettere in mostra le proprie doti. Un esempio può essere questo dipinto di Manet del 1873, nel quale ritroviamo il carnevale come sfoggio di eleganza e segno di appartenenza a una determinata classe sociale.