2c1. Proposte di lavoro
Identifica e sottolinea le parole chiave usate da Galileo per designare le cose di cui è fatta la realtà fisica:
terminata e figurata; di questa o quella figura; grande o piccola; in questo o quel luogo; in questo o quel tempo; si muove o sta ferma; tocca o non tocca un altro corpo; una, poche o molte; bianca o rossa; amara o dolce; sonora o muta; di grato o ingrato odore.
Identifica e sottolinea le parole chiave usate da Galileo per designare il soggetto dotato di organi di senso;
corpo sensitivo; corpo animato; affezione
Identifica e sottolinea le parole chiave usate da Galileo per designare le qualità sensibili.
moto e toccamento; accidente.
Galileo in questo testo dal Saggiatore definisce ciò che deve essere ritenuto corpo sensibile e in che ambiti operi la ricerca fisica. Questa ricerca identifica le proprietà dell'oggetto sottoposto all'indagine fisica in quelle, come da lui definite, misurabili geometricamente o matematicamente. Altre caratteristiche di questi corpi sensibili sono i cosiddetti accidenti identificabili nelle proprietà non misurabili dell'oggetto. Nella seconda parte viene presentato un esempio di indagine fisica atto a determinare come il soggetto riconosca ciò che a lui è esterno tramite la sensibilità. Questo viene dimostrato dalla differenza che incontriamo tra un marmo e un corpo vivo pur eseguendo sovra di essi la medesima operazione. Nella terza parte poi viene indicata quella che lui chiama affezione del soggetto, ovvero la ripercussione dell'azione sul soggetto eseguente.
Ciascun corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, salvo che sia costretto a mutare quello stato da forze impresse.
Il principio di inerzia scoperto da Galileo deriva da lunghe osservazioni e ininterrotti studi sull'argomento, e in particolare sul moto dei corpi sui piani inclinati e orizzontali. Galileo riuscì, con la sua scoperta, a rilevare l'errore contenuto dalla dottrina aristotelica, secondo la quale un corpo permaneva nel suo stato di movimento finché c'era una forza ad esso collegata. Seppure inizialmente convincente, la teoria del Filosofo ignorava completamente le forze di attrito volvente e radente, e quindi risultava erronea.
Galileo dedusse che non c'è bisogno di una forza che si applica costantemente per fare sì che il proietto permanga nel suo stato di moto. In assenza di attrito infatti un corpo permane nel suo stato originario di movimento; tutto ciò dunque si pone contro la teoria proposta da Aristotele, che sosteneva invece l'esistenza di luoghi naturali verso cui i singoli elementi erano attratti.
Un sistema di riferimento inerziale nella dinamica newtoniana è un sistema di riferimento in cui sia valida la prima legge della dinamica.
L'assunto è basato sull'osservazione e sulla geometria euclidea.
I Discorsi sono l'ultima opera organica di Galilei, portata a termine poco prima della sua morte, dopo la seconda condanna del 1° Dicembre 1633, durante il periodo di reclusione e solitudine intimatogli da Sua Santità. L'opera è un dialogo articolato in quattro giornate, nelle quali i diversi personaggi, che risultano essere sempre i soliti Sagredo, Salviati e Simplicio, discutono di diversi argomenti. Nella prima Galileo tratta della resistenza dei materiali; dalla conclusione di questa Galileo giunge alla dimostrazione che tutti i corpi subirebbero il medesimo moto gravitazionale nel vuoto, in un sistema privo di attrito. Dopo aver trattato, nella seconda giornata, della statica e della leva, nella terza e nella quarta giornata si occupa infine di dinamica, stabilendo le leggi del moto uniforme, del moto naturalmente accelerato e del moto uniformemente accelerato.
Galileo inizia a trattare del moto locale ponendosi immediatamente in contrasto con la tradizione: egli sostiene che le sue argomentazioni risultano particolarmente innovative e originali, pur essendo l'argomento d'antica e sviluppata trattazione. In questa prima parte introduce e divide in tre parti il lavoro che vuole sviluppare, dando solo una generica introduzione. Questo tipo di introduzione risulta coerente con la situazione presente nel momento della divulgazione delle sue teorie. Infatti la sostanziale prudenza espositiva, la pretesa di parlare in modo nuovo di argomenti a lungo sviluppati, fanno parte di una necessità umana di Galileo di non mettersi in netto contrasto con le idee professate dalla maggior parte degli studiosi.
La trattazione di stampo galileiano viene ritrovata nei moderni testi sulla materia perché il sistema rigorosamente scientifico di dimostrazione per assiomi risulta congeniale a siffatto argomento. Pertanto le argomentazioni e dimostrazioni portate avanti dallo scienziato del '600 sono molto simili a quelle dei moderni libri di fisica.