2d. L'incidenza della lingua nella trattazione scientifica 1
La lingua scientifica ha propriamente assunto un'autonomia stilistica solo nel corso del XIX secolo, ovvero in quel periodo in cui i saperi hanno incominciato a differenziarsi per metodo e mole nozionistica, quando si è raggiunto un sapere formale e puntuale e sono venute meno le figure degli Universalgelehrten, ovvero degli studiosi impegnati in più di un campo letterario e scientifico (Leonardo, Cardano, Leibniz etc.). In questo periodo figure di intellettuali e scienziati quali Claude Bernard, Darwin e Mach hanno approfondito specificamente un singolo campo della conoscenza; in epoche precedenti invece campi di interesse umanistico e scientifico procedevano di pari passo, producendo uno stile misto di metafore barocche e classicheggianti e di concisione formale.
Questo tipo di stile, data la sua particolare composizione, non garantiva alle comunità scientifiche linguaggi univoci e privi di ambiguità, così come adesso è dato dalle formulazioni scientifiche moderne.
Focalizzandoci sull'autore in questione, Galileo Galilei, possiamo affermare che il testo del Sidereus Nuncius è un'ottima prova dello stile scientifico in voga al tempo; non sono infatti infrequenti metafore e argomentazioni che non sempre rendono chiaro il discorso ma, anzi, contribuiscono ad appesantirlo e a introdurvi elementi di ambiguità. Potremmo portare ad esempio la formulazione del moto naturalmente accelerato fra i teoremi galileiani che abbiamo tradotto:
Theorema I. Propositio 1.
Tempus in quo aliquod spatium a mobili conficitur latione ex quiete uniformiter accelerata, est aequale tempori in quo idem spatium conficeretur ab eodem mobili motu aequabili delato, cuius velocitatis gradus subduplus sit ad summum et ultimum gradum velocitatis prioris motus uniformiter accelerati.
"Il tempo in cui un qualche spazio viene percorso dall'oggetto mobile con una accelerazione costante a partire da uno stato di quiete, è uguale al tempo in cui il medesimo spazio viene percorso dal medesimo oggetto mobile dotato di moto equabile, della cui velocità il grado sia sotto il doppio fra il più grande e il più piccolo grado di velocità iniziale del moto uniformemente accelerato".
All'ampollosità dello stile galieiano di questa prosa scientifica latina (perché quella volgare del Dialogo e di altre opere italiane avrà ben altre caratteristiche) si contrappone oggi un linguaggio schematico e formale, ancora più accentuato dai modelli sintattici essenziali dell'inglese, utilizzato nel nostro presente storico come lingua internazionale dalle comunità scientifiche:
"Uniform or constant acceleration is a type of motion in which the velocity of an object changes by an equal amount in every equal time period".
È importante evidenziare come gli scritti scientifici pre-ottocenteschi fossero rivolti ad un pubblico specializzato e non ad una vasta platea. Anche le lezioni universitarie erano tenute in latino e gli studenti non potevano poi fare affidamento su testi facilmente accessibili, ma sulla lectio del professore o su altre raccolte di appunti manoscritti funzionali al superamento dell'esame, che spesso consisteva nella dimostrazione della conoscenza e del commento dei testi classici. Le pubblicazioni infatti erano esigue ed indirizzate ai ”colleghi” di lavoro; non a caso la lingua usata, ovvero il latino, è stata considerata la lingua universale delle scienze e del sapere fino all'affermazione delle lingue nazionali.
L'uso del latino era apprezzato non solo per la sua formalità e per la tradizione ecclesiastica europea ma anche per il suo carattere di universalità.
Ad oggi un tale uso della lingua può essere ritrovato, come si è visto, in quella inglese; si voglia per il trascorso dell'Impero Britannico ma anche per la relativa facilità che l'inglese scolastico possiede.
Importante è poi analizzare il passaggio dall'egemonia in ambito scientifico della lingua greca al predominio del latino. Il ruolo fondamentale che rivestiva in età Ellenico/Ellenistica il mondo greco premise la diffusione di quel linguaggio, e scienziati, letterati, oratori e uomini di cultura scrissero le loro opere in tale lingua. Così potremmo prendere, nel settore che stiamo analizzando, diversi esempi di prosa scientifica, fra cui Ippocrate, famoso per il giuramento che ancora oggi si utilizza in campo medico:
"Giuro per Apollo medico e Asclepio e Igea e Panacea e per tutti gli dei e per tutte le dee, chiamandoli a testimoni, che eseguirò, secondo le forze e il mio giudizio, questo giuramento e questo impegno scritto: di stimare il mio maestro di questa arte come mio padre e di vivere insieme a lui e di soccorrerlo se ha bisogno e che considererò i suoi figli come fratelli e insegnerò quest'arte, se essi desiderano apprenderla; di rendere partecipi dei precetti e degli insegnamenti orali e di ogni altra dottrina i miei figli e i figli del mio maestro e gli allievi legati da un contratto e vincolati dal giuramento del medico, ma nessun altro. Regolerò il tenore di vita per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio; mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò ad alcuno, neppure se richiesto, un farmaco mortale, né suggerirò un tale consiglio; similmente a nessuna donna io darò un medicinale abortivo. Con innocenza e purezza io custodirò la mia vita e la mia arte. Non opererò coloro che soffrono del male della pietra, ma mi rivolgerò a coloro che sono esperti di questa attività.
In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l'altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi. Ciò che io possa vedere o sentire durante il mio esercizio o anche fuori dell'esercizio sulla vita degli uomini, tacerò ciò che non è necessario sia divulgato, ritenendo come un segreto cose simili. E a me, dunque, che adempio un tale giuramento e non lo calpesto, sia concesso di godere della vita e dell'arte, onorato degli uomini tutti per sempre; mi accada il contrario se lo violo e se spergiuro".
Interessante è analizzare termini medici arcaici come ad esempio “farmaco mortale”, “medicinale abortivo” e “male della pietra”. Inoltre, sullo stile delle XII tavole delle leggi romane, il giuramento si fa chiamando a testimone gli dei; la mitologia e la superstizione religiosa, seppur formalmente, si mescolano alla trattazione scientifica, così come, in età successiva, metafore, artifici retorici e ampollosità si mescolano in essa. Potremmo citare, per il mondo latino, Lucrezio.