La Cronaca di Partenope

La Cronaca di Partenope è un breve compendio, in volgare, di storia napoletana dalla fondazione alla morte di Roberto d’Angiò (1343). L’opera probabilmente è nata durante il risveglio culturale dell’epoca di Roberto, il quale, con la sua passione letteraria, diede un forte impulso agli studi storici. In questa atmosfera si risvegliò anche la coscienza cittadina e con essa l’amore per il passato, spingendo gli intellettuali napoletani a ricercare e a tramandare documenti e memorie antiche.

A partire dalle edizioni del Cinquecento, l’opera si è diffusa con il titolo convenzionale (Cronaca di Partenope), che, però, non corrisponde al titolo originale riportato dai manoscritti e ancora leggibile negli incunaboli: «Croniche de la inclita cita de Napule, con li bagni di Possuoli ed Ischia».

L’autore è anonimo, sebbene la Cronaca sia stata a lungo erroneamente attribuita al cronista fiorentino Giovanni Villani. Attingendo a una serie di materiali di origine classica, medievale e agiografica, la Cronaca costituisce l’esaltazione del nobile retaggio della città di Napoli e delle sue personalità. La parte centrale sugli dei e gli eroi classici è un lungo estratto da una copia della Genealogia di Boccaccio, annotata a Napoli nel 1370.

Cronaca di Partenope, [Napoli, Francesco Del Tuppo, 1486-1490], carta a2r