2a5. I tiri di artiglieria
Questo testo è tratto, come il precedente riguardante “Il gran naviglio”, dal Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo; qui appare anche la figura di Simplicio, filosofo tradizionalista di rigida impostazione scolastica cui Galileo affida il compito di difendere le teorie del passato in opposizione alle contestazioni progressiste di Salviati.
Durante la discussione, Simplicio afferma che una palla di cannone sparata verso oriente dovrebbe distare dal cannone molto meno di una palla sparata verso occidente, nel caso in cui la Terra attuasse il suo moto di rivoluzione, poiché il cannone, muovendosi con la Terra verso oriente, seguirebbe la palla sparata verso oriente e quindi vi sarebbe più vicino, e si allontanerebbe da quella sparata verso occidente risultandone quindi molto più distante.
Dinanzi alla richiesta fatta da parte di Salviati di trovare un esempio idoneo a trattare l'argomento, Sagredo propone di immaginare una carrozza trainata da cavalli al di sopra della quale sia posta una balestra che sparasse una volta verso la direzione presa dai cavalli, una volta in direzione contraria.
A questo punto Simplicio pone come dati che il tiro sia lungo di per sé 300 braccia e che lo spazio percorso dalla carrozza prima che il proiettile atterri sia di 100 braccia; questo implicherebbe che la distanza tra il proiettile sparato nella direzione di corsa disterebbe, al momento dell'atterraggio, 200 braccia dalla carrozza, e quello sparato in direzione contraria disterebbe 400 braccia. In questo modo verrebbe attribuito all'arco una velocità di tre gradi e alla carrozza una velocità di un grado.
Salviati fa dunque notare un particolare sfuggito a Simplicio: al proiettile non vengono impressi solo i tre gradi di velocità dell'arco, ma anche il grado della carrozza in movimento. Questo implica che, nel caso venga sparato in direzione di corsa, il proiettile percorrerebbe uno spazio di 400 braccia, e sarebbe distante 300 braccia dalla carrozza al momento dell'atterraggio; nel caso venga sparato in direzione contraria, la gittata di 300 braccia sarebbe ridotta a 200 per via del grado di velocità della carrozza che procede in senso contrario, e quindi al momento dell'atterraggio disterebbe 300 braccia dalla carrozza che nel frattempo ne aveva percorse 100.
Infine Simplicio chiede come sia possibile negare il senso della vista, dal momento che il movimento della Terra è impercettibile; Salviati risponde affermando che, essendo anche noi partecipi del movimento terrestre, non possiamo percepirlo, e possiamo quindi percepire solo quei moti di cui non facciamo parte, per esempio la pietra che cade dalla torre.