1c. Galileo a Firenze. La denuncia dei domenicani fiorentini contro Galileo
Galileo Galilei si trasferisce a Padova nel 1592, dopo aver ottenuto la cattedra di matematica, comprendente l'insegnamento dell'astronomia e della geometria. Uno dei suoi periodi più produttivi è senza dubbio quello padovano. Dopo circa un decennio, nel 1610, Galilei si reca a Firenze, dove viene coinvolto, presso la corte del Gran Duca Cosimo De' Medici, in alcune discussioni filosofiche e scientifiche su vari argomenti, tra cui il galleggiamento. Ed è proprio a Firenze che comincia la cosiddetta “battaglia galileiana” , con cui egli cerca di trovare un punto d'appoggio con la Chiesa Cattolica. Scrive le famose lettere, tra cui quella a Benedetto Castelli (1613), a Monsignor Dini (1615), e a Cristina di Lorena, Granduchessa di Toscana (1615).
All'Università di Pisa svolge un ruolo di “primo matematico”, ma non quello di insegnante. A Firenze, sarà il padre domenicano Niccolò Lorini a indirizzare una denuncia al cardinale prefetto della congregazione dell' Indice dei libri, e “passò alla storia per la crassa ignoranza che lo portò a storpiare persino il nome di Copernico, nella dichiarazione che quella opinione di quell'Ipernico, o come si chiami, apparisce ostile alla divina scrittura” (cit. S. Spreafico, C. Barigazzi, Scienza, Coscienza e storia nel caso Galilei, Franco Angeli, Milano 2003). Padre Lorini e gli altri padri del convento di San Marco accusarono Galilei di affermazioni “sospette o temerarie”. I domenicani avevano già dichiarato eretiche le dottrine copernicane nel 1612, quindi il Padre domenicano si sentiva obbligato a denunciare Galilei.
Il convento di San Marco a Firenze è il risultato della ristrutturazione di un vecchio convento medievale, per opera dell' architetto Bartolomeo Michelozzi, "Michelozzo" (Firenze, 1396 – Firenze, 1472).
Biblioteca del Convento di San Marco
"Annunciazione"
Beato Angelico ; 1438, Convento di San Marco, cella 6 del dormitorio - Firenze;
“Cristo deriso”
Beato Angelico ; 1438, Convento di San Marco, cella del dormitorio - Firenze;
“Trasfigurazione”
Beato Angelico ; 1438, Convento di San Marco, cella 6 del dormitorio - Firenze
Ogni ordine religioso assunse un atteggiamento diverso riguardo alle vicende galileiane e alle teorie copernicane. L'ordine dei Gesuiti, come afferma Ludovico Geymonat, studioso marxista, nella sua biografia su Galilei, (Galileo Galilei, Einaudi, Torino 1957 e 1969), "rappresentava indubbiamente - in quel momento- l'ordine religioso più aperto verso le scienze esatte; erano però, malgrado tale apertura, i più ligi custodi dell'ortodossia cattolica e quindi intendevano usare la propria competenza scientifica soprattutto ad un fine: quello di impedire che la scienza moderna assumesse un qualsiasi significato contrario al dogma. Non bisogna dimenticare che proprio alla Compagnia di Gesù apparteneva il più autorevole rappresentante, allora vivente, dello spirito controriformistico: voglio dire il cardinale Roberto Bellarmino (1542-1621), già professore di Controversie al Collegio Romano e, in seguito, teologo del Papa, consultore del Sant'Uffizio, esaminatore dei vescovi".
Inoltre sappiamo che Padre Fosarini, dell'ordine Carmelitano, sostenne le tesi copernicane, e quindi Galilei, cercando di mostrare che la rotazione e la rivoluzione della Terra non contraddicevano le Sacre Scritture.
Bibliografia e Sitografia
1. S. Spreafico, C. Barigazzi, Scienza, Coscienza e storia nel caso Galilei, Franco Angeli, Milano 2003;
2. L. Geymonat, Galileo Galilei, Einaudi, Torino 1957 e 1969;
3. Ordine dei Domenicani: http://www.domenicani-catania.it/OrdineDomenicano.htm.