2b5. La caduta dei gravi
Nella parte iniziale del brano sono esposte due supposizioni di Aristotele relative alla caduta dei gravi che verranno poi confutate da Galileo. Aristotele afferma che due mobili diversi in gravità, mossi nel medesimo mezzo, avranno due velocità proporzionali alla loro gravità. In termini pratici si può esemplificare questa teoria così: gettando da una torre due oggetti con pesi differenti, ponendo che il primo abbia un peso pari a due volte quello del secondo, ecco che il primo cadrà verso il suolo con una velocità doppia rispetto al secondo. Per quanto riguarda la seconda affermazione, Aristotele sostiene la teoria secondo cui “le velocità del medesimo mobile in diversi mezzi ritengano tra di loro la posizione contraria di quella che hanno le grossezze o densità di essi mezzi”. Questo significa che la velocità di movimento degli oggetti dipende dall'ambiente in cui avviene il loro moto ed in particolare che la velocità dei corpi è inversamente proporzionale alla densità del mezzo: “E sempre il movimento sarà tanto più veloce quanto il mezzo sarà più incorporeo, meno resistente e più facilmente divisibile”.(Fisica, 215b. Aristotele, Sulla Duplice Funzione del Mezzo). Per spiegare più chiaramente questa supposizione aristotelica occorre servirsi di un esempio: lo stesso oggetto deve muoversi attraverso due mezzi differenti: l'acqua e l'aria e ammettendo che questi abbiano una distinzione di gradi di densità pari a 10 a 1, il corpo impiegherà una velocità dieci volte minore procedendo nell'aria rispetto a quella che impiegherà nell'acqua.
2b5- b) Salviati vuole confutare l'affermazione aristotelica secondo cui due mobili con differenti pesi abbiano differenti velocità: “il corpo più grave cade più velocemente di quello men grave”. Aristotele afferma che c'è proporzionalità diretta tra il peso e il volume. Salviati confuta questa tesi descrivendo il seguente esperimento mentale: poniamo di avere due pietre: la prima ha 8 gradi di velocità e la seconda 4. Se ci sono due mobili di cui uno si muove più velocemente dell'altro, il corpo con maggior grado di velocità, se unito all'altro, rallenterà a causa dell'effetto dato da quello con minor velocità e al contrario quello più lento verrà accelerato. Poiché le due pietre sono unite risulta quindi che la pietra formata dall'unione delle due diversi corpi abbia velocità inferiore a 8 gradi, ma congiunte insieme si ottiene una pietra più pesante data dalla somma dei pesi delle pietre che la formano. secondo l'idea di Aristotele ottengo che la velocità delle due pietre unite deve essere maggiore di 8. Il discorso di Galileo è schematizzato nella tabella seguente: supponendo corretta l'affermazione di Aristotele, attraverso due ragionamenti corretti dal punto di vista logico, si arriva a conclusioni contraddittorie: la pietra creata dall'unione delle altre due dovrebbe avere un peso compreso tra quelli delle due pietre e quindi cadere con una velocità intermedia, ma allo stesso tempo, la somma delle due pietre è maggiore delle due pietre singole e dunque dovrebbe cadere più velocemente. ( I due ragionamenti di Aristotele sono entrambi corretti, ma portano a conclusioni opposte).