Elena Malazzi
Galileo a Firenze. La denuncia dei domenicani fiorentini contro Galileo

1c. Galileo a Firenze. La denuncia dei domenicani fiorentini contro Galileo

Nel 1610 Galileo lasciò Padova, dove occupava la cattedra di matematica presso l'università, e si trasferì a Firenze, dove assunse l'incarico di “matematico primario dello studio di Pisa e filosofo del granduca”. A Firenze verificò e approfondì le scoperte effettuate con il cannocchiale, da lui costruito e perfezionato nel 1609 durante il soggiorno padovano.
Nel 1613 Galilei inviò a Benedetto Castelli, suo allievo, una lettera in cui sottolineava il suo appoggio alla teoria eliocentrica copernicana, secondo cui la Terra ruota intorno al sole. In seguito la lettera venne fatta circolare tra i “galileisti”, sostenitori del filosofo, e divenne il manifesto del pensiero di Galilei.
Nel 1615 padre Lorini si sentì obbligato a denunciare il filosofo per alcune frasi “sospette e temerarie” contenute nella lettera, nella quale si difendeva l'eliocentrismo, giustificandone l'apparente contrasto con le sacre Scritture.
Secondo Galilei, la Bibbia non può dire il falso, in quanto essa viene da Dio. Tuttavia, i suoi interpreti possono sbagliare quando, nella loro analisi, si soffermano solamente sul significato letterale del testo, senza tentare di cogliere i suoi significati più profondi; pratica che era stata condannata anche dal Concilio di Trento (1545-1563). Inoltre, per essere accettata e compresa dal popolo, la Bibbia deve necessariamente essere scritta in un linguaggio non scientifico e deve contenere concetti di cui tutti possono fare esperienza. Il testo sacro afferma che il Sole ruota intorno alla Terra, non perché ciò sia vero, ma perché è ciò che appare e a cui tutti possono credere, anche senza avere conoscenze scientifiche. Il testo sacro non è un testo scientifico e non ha la pretesa «di spiegare come va il cielo ma come si va in cielo». Sia la Bibbia che la natura vengono da Dio, ma la natura, a differenza del testo sacro, non necessita di interpretazione ed è quindi alla natura che bisogna rivolgersi per le questioni scientifiche.

Padre Lorini, autore della denuncia, era un domenicano e, fedele alle convinzioni del suo ordine, non poteva accettare la teoria eliocentrica proposta da Copernico, ritenendola lesiva per la tradizione e per la religione cattolica.
Il frate scrisse quindi al cardinale prefetto della congregazione dell'Indice dei libri proibiti, fiducioso che egli avrebbe provveduto, con il dovuto zelo, a “metterci quei ripari che la giudicherà più necessari”.
La cultura teologica e filosofica dei domenicani si fondava sul pensiero di Tommaso d'Aquino, anch'egli appartenente a quest'ordine. Tommaso, vissuto tra il 1225 e il 1274, fu il primo filosofo a sottolineare l'importanza di ricercare una conciliazione tra fede e ragione, affermando che entrambe vengono da Dio e non possono per questo essere in contrasto tra loro. Tommaso affermava che, nel caso in cui fede e ragione non concordassero, la ragione dovesse sottomettersi alla fede, poiché le fede non può indurre all'errore, la ragione sì.
« Pensiero e ragione si possono conciliare, anzi, la ragione serve agli esseri umani per interrogarsi anche su alcuni enigmi di fede. Lo scopo della fede e della ragione è lo stesso, se poi la ragione si trova in contrasto con la fede deve cedere a questa » (Tommaso d'Aquino).

Il primo ordine religioso ad occuparsi dell'eliocentrismo fu quello dei Gesuiti. I Gesuiti cominciarono ad accostarsi alla tesi di Galilei con una certa curiosità intellettuale che sfociò in preoccupazione per le implicazioni teologiche ad essa collegate. Concentrarono il loro interesse sugli studi compiuti intorno al 1580 da Tycho Brahe presso il castello di Praga. Brahe proponeva un nuovo modello astronomico che vedeva il Sole ruotare attorno alla Terra e tutti gli altri pianeti ruotare intorno al Sole. Questo nuovo modello, che manteneva la Terra al centro, non aveva grandi discrepanze con il testo sacro e fu ben presto accettato dai Gesuiti.
Diversa era la posizione degli Oratoriani, fondati nel 1552 da Filippo Neri, che si dedicavano principalmente all'assistenza dei poveri. Gli Oratoriani accolsero la tesi di Galilei, fedeli alla convinzione per cui ci si deve rivolgere alla Bibbia solo per le questioni di fede.

Il domenicano Lorini, apparteneva al famoso Convento di San Marco a Firenze.
Nel 1436 Papa Eugenio IV concesse ai frati Domenicani di Fiesole il convento silvestrino di San Marco e Cosimo de' Medici, allora signore della città, ne affidò la ristrutturazione a Michelozzo (1396-1472), che vi lavorò fino al 1452. A partire dal 1438 Beato Angelico affiancò l'opera di Michelozzo, affrescando con alcuni collaboratori l'intero complesso del convento. Nelle celle vennero affrescati episodi del Nuovo Testamento, presentati come oggetto di meditazione, in accordo con il pensiero di Sant'Agostino (sulla cui regola si fonda l'ordine di Domenicani), che vedeva nella pittura un efficace mezzo catechetico. Gli affreschi realizzati in delicati tono pastello si accordano perfettamente con le architetture semplici e ariose proposte da Michelozzo.
Beato Angelico (fra' Giovanni da Fiesole) nacque nel 1400 e nel 1420 entrò nel convento domenicano di Fiesole. La sua opera di pittore lo portò a lavorare nelle più importanti città italiane. Negli ultimi anni della sua vita si trasferì a Roma dove morì nel 1455.

Iconografia
Facciata della chiesa di san Marco
L'altare maggiore visto dall'entrata; a sinistra, prima del presbiterio, si vede il grande arco d'ingresso alla Cappella Salviati
Chiostro di sant'Antonino
Chiostro di san Domenico
Cappella Salviati

Affreschi nel convento di San Marco, 1438-1446
Piano terra
Crocifissione con san Domenico(chiostro), 1442 circa
San Pietro Martire che ingiunge il silenzio, lunetta affrescata (chiostro)
Cristo pellegrino accolto da due domenicani, lunetta affrescata (chiostro)
Crocifissione con i santi (sala capitolare), 1442 circa

Primo piano
Madonna delle Ombre, 1439 circa o post 1450
Annunciazione del corridoio Nord, 1440 circa o post 1450
Noli me tangere (cella 1), 1438-1440
Compianto di Cristo (cella 2), 1438-1440
Trasfigurazione (cella 6), 1441-1443 circa
Cristo deriso (cella 7), 1441-1443 circa
Incoronazione della Vergine (cella 9), 1441-1443 circa
Presentazione al Tempio (cella 10), 1440-1441 circa
Comunione degli Apostoli (cella 35), 1440-1441 circa
Adorazione dei Magi (cella 39), 1441-1442 circa