La maturità
Svolta verso la leggibilità che gli regala consensi e apprezzamenti. Tre gialli insoliti e un’intensa attività saggistica che lo rendono un autore affermato.
Gli anni Sessanta e Settanta sono fondamentali per Pontiggia che abbandona la banca per insegnare lettere nelle scuole serali (1961) e sposa Lucia Magnocavallo (1963). Inizia le sue collaborazioni editoriali prima con Adelphi (1965) e poi con Mondadori. E nel 1969 nasce il figlio Andrea che per la sua disabilità cambierà totalmente la vita del padre (e non solo) e sarà destinato a diventare la figura protagonista di Nati due volte.
È un periodo di grandi novità che, dopo la delusione dell’Arte della fuga, si concretizza sul piano letterario in un radicale cambio di stile e di linguaggio. Apre cosí le porte ad un pubblico piú generalizzato e ampio, avvicinandosi ad esso con una comunicazione piú diretta e un linguaggio semplice ma mai gergale. Un ritorno alla narrativa leggibile che passa attraverso il genere poliziesco. Genere che permette di costruire opere in superficie lineari e leggibili ma nel profondo complesse e problematiche. Infatti, pur ricorrendo al gioco della suspense e al procedimento indiziario tipico del giallo, ci troviamo di fronte a tre romanzi Il giocatore invisibile (1978), Il raggio d’ombra (1983) e La grande sera (1989) in cui i detective non hanno nulla di convenzionale e i delitti non avranno alcuna soluzione. Tutto all’interno di un forte senso di vuoto e di staticità esistenziale. Un’idea pessimistica dell’uomo e della società, dominati solo da menzogna e caso.
Si tratta di una critica dei luoghi comuni e dell’inautenticità del linguaggio che vediamo in modo ancor piú marcato nei volumi di saggistica. Raccolte che Pontiggia intervalla regolarmente alle opere narrative per dar sfogo alle sue interpretazioni del mondo e della società, del costume e della letteratura. È proprio qui infatti che si evidenzia ancor piú il suo lato etico e civile. Luogo in cui dar libero spazio alla brevitas del suo stile, agli aforismi e ai paradossi tanto cari al suo modo di vedere le cose, complesse e sempre in antitesi. Si susseguono cosí Il giardino delle Esperidi (1984), Le sabbie immobili (1991), L’isola volante (1996), I contemporanei del futuro (1998), Prima persona (2002).
Pontiggia è ormai un autore affermato. Gli mancherebbe solo un grande successo.