Milano post bellica

Attraverso gli scatti immortalati dall’obbiettivo di Paolo Monti proponiamo una panoramica sulle architetture milanesi progettate dagli architetti italiani tra i più rappresentativi degli anni Cinquanta e Sessanta del XX secolo. Sono anni cruciali per la ricostruzione e lo sviluppo della città, ancora caratterizzata da importanti cicatrici nel tessuto urbano, retaggio dei bombardamenti alleati e quindi terreno fertile per le sperimentazioni di una generazione di professionisti incline a una certa libertà espressiva, vicini sia al mondo dell’ingegneria e quindi alla ricerca strutturale e di nuovi materiali, sia al mondo dell’arte. Nomi illustri come i BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti, Rogers), Figini e Pollini, Giò Ponti, Emilio Lancia, Vico Magistretti, Luigi Caccia Dominioni, Giovanni Muzio ridisegnano lo skyline di Milano. Professionisti che prendono le distanze dai dogmi del passato, spinti da una volontà di rottura sia nel campo dell’edilizia del terziario sia in quello dell’edilizia abitativa: si pensi, solo per citare qualche esempio, al quartiere di edilizia residenziale pubblica Harar di San Siro, alla Torre Rasini di Ponti e Lancia, alla Torre del parco di Magistretti, alla Torre Velasca dei BBPR o ancora al celeberrimo grattacielo Pirelli. ancora oggi uno dei simboli del capoluogo lombardo, esempio perfetto di integrazione tra arte e tecnica uscito dalla matita degli architetti dello Studio Ponti coadiuvati da Pier Luigi Nervi. VAI ALLA MOSTRA