Luchino Visconti fu l’iniziatore del Castello, sorto nel 1341, che inizialmente aveva una forma rettangolare con quattro torri agli angoli. Luchino, qualche anno più tardi, acquistò, in varie riprese, case, sedimi nel castello e furono questi gli anni in cui egli maturò l’idea della via coperta, la strada di collegamento tra i due castelli. I lavori di sistemazione furono fatti durante la dinastia di Giangaleazzo Visconti, il quale, alla sua morte, ordinò al suo vicario di non aggravare il comune con spese per la rocca inferiore, ovvero la rocca vecchia, così si fermarono i lavori.
Nel 1447 a Milano si proclamò la Repubblica e Vigevano non fu da meno, infatti proclamò la “nuova era”, dove si distrusse la rocca di Luchino, mettendo in vendita e all’asta i materiali che la componevano. Dopo il saccheggio e la demolizione, nel 1448, si rimise la rocca nelle condizioni di difesa, almeno come parte delle mura, per l’assedio del Conte Sforza e per tutto il periodo sforzesco la rocca subì la normale manutenzione. All’epoca poi di Ludovico il Moro, nel 1494, si ricostruì la rocca intorno al palazzo Sanseverino e la si chiamò “rocca nuova”, il Castello di Bereguardo, invece, anch’esso trasformato in rocca, si chiamò “rocca vecchia”. La rocca nuova sarà poi quella che difenderà maggiormente la città.
Nel 1524 Vigevano era in mano ai francesi e Renzo Orsini, sotto l’incarico dell’ammiraglio francese Grossier, tolse la copertura alle torri della rocca vecchia e la mandò presto in rovina. Nel 1646 fu demolita la rocca nuova e Vigevano perse la sua importanza militare, la rocca vecchia e il castello vecchio, posti al centro della città, erano ormai diventati un posto per ospitare le truppe. Negli anni che seguirono venne costruito anche un seminario con gli stessi materiali, proprio adiacente alla rocca, la quale perse ogni importanza militare.
Nel secolo scorso, invece, l’area della rocca servì come maneggio per l’addestramento dei cavalli dei soldati. L’importanza storica dei resti della rocca vecchia è data dal perimetro delle mura che ne permettono il riconoscimento della sua entità e dallo sbocco della Via Coperta, ancora oggi agibile e visibile.
Bibliografia: Valentino Ornati, volume I, Castelli e Rocche in Vigevano, tipografia nazionale-Vigevano 1974